STRASBURGO – Condanna all’Italia per il caso Amanda Knox: la Corte europea dei diritti dell’uomo ha accolto il ricorso presentato dalla studentessa americana. La giovane aveva sostenuto di aver subito un processo ingiusto e di essere stata maltrattata durante l’interrogatorio durante le indagini per l’omicidio di Meredith Kercher.
I giudici della corte di Strasburgo si sono pronunciati in favore della ragazza, condannando il Belpaese a un risarcimento di 18.400 euro per aver violato il suo diritto alla difesa durante l’interrogatorio a cui fu sottoposta.
L’interrogatorio ad Amanda Knox, la Corte europea dei diritti umani: “Violato il diritto alla difesa”
Sono diverse la motivazioni che hanno portato i giudici di Strasburgo a pronunciare la condanna per l’Italia. Molte le difformità di protocollo riscontrate durante l’interrogatorio. Violato il diritto alla difesa della ragazza, secondo i giudici. In primo luogo non è stata garantita l’assistenza legale durante l’interrogatorio. A peggiorare la situazione l’assenza di un interprete. Nessuna garanzia, inoltre, di un trattamento dignitoso durante l’interrogatorio.
Non ci sarebbero invece prove a conferma dei presunti maltrattamenti da parte degli agenti della polizia di Stato durante il corso dell’interrogatorio. I giudici hanno perciò deciso per il risarcimento di 18.400 euro alla ragazza statunitense.
Dalla condanna per calunnia all’assoluzione della Corte di Cassazione
La sentenza dei giudici arriva alla fine del processo che vede lo Stato italiano contro la studentesse. Al centro della decisione la procedura con cui la giustizia italiana condannò Amanda Knox per il reato di calunnia. All’epoca la donna accusò del delitto Patrick Lumumba. Il cittadino di origini straniere che lavorava in un bar di Perugia. i magistrati assolsero l’uomo e condannarono Amanda Knox a tre anni di reclusione. Inizialmente i giudici condannarono sia Knox che Raffaele Sollecito per l’omicidio. Ma la Corte di Cassazione decise alla fine l’assoluzione dei due ragazzi.