ROMA – Più pendolari ma meno investimenti e un’Italia dei treni, soprattutto i regionali, sempre più a due velocità.
È quanto emerge dal rapporto Pendolaria 2019, di Legambiente, presentato a Roma.
Più passeggeri su regionali e metropolitane
Secondo il dossier, il numero dei passeggeri di treni regionali e metropolitane è aumentato. Toccando quota 5,59 milioni e segnando un nuovo record rispetto al 2012 (+7,9% in 4 anni).
Sono infatti 2 milioni e 874 mila coloro che ogni giorno usufruiscono del servizio ferroviario regionale e 2 milioni e 716 mila quelli che prendono ogni giorno le metropolitane, presenti in 7 città italiane, in larga parte pendolari. E per entrambi i numeri sono in crescita, come per l’alta velocità. Ma il paradosso c’è. Diminuiscono i chilometri di linee disponibili e la crescita nasconde differenze rilevanti nell’andamento tra le diverse Regioni e tra i diversi gestori.
Firenze e Bologna al top, treno Roma-Lido in coda alla classifica
Secondo Legambiente, in alcune parti del Paese la situazione è migliorata. Mentre in altre è peggiorata e si è ampliata la differenza nelle condizioni di servizio. Tra Firenze e Bologna, per esempio, l’offerta di treni non ha paragoni al mondo, con 162 treni che sfrecciano a 300 km/h nei due sensi di marcia ogni giorno (erano 152 lo scorso anno, 142 due anni fa, mentre erano solo 18 gli Eurostar nel 2002). Altrove viaggiano vecchie carrozze diesel e sulla Roma-Lido di Ostia e la Circumvesuviana dove quasi sessanta mila persone che non prendono più il treno per via dei tagli e del degrado del servizio.
I trasporti in Italia
L’Italia, insomma, è spaccata a metà. Con nove Regioni e le due Province autonome in cui i passeggeri sono aumentati e 10 in cui sono diminuiti o rimasti invariati. Cresce il numero di persone che prende il treno al nord. In Lombardia (750mila), è triplicato dal 2001 in Alto Adige, raddoppiato in Emilia-Romagna, cresciuto di 60mila in Puglia.
Analoghi i successi della metropolitana a Milano (con più passeggeri delle altre 6 città italiane dotate di metro), dei tram a Firenze e a Bergamo. Molto diversa la situazione del Piemonte dove a causa delle linee soppresse i passeggeri sono calati del 4,4% mentre è drammatica in particolare la situazione in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 viaggiatori (dal 2009 ad oggi) in una Regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari, e in Campania dove si è passati da 413.600 viaggiatori a 308.500 (ma con un trend in risalita negli ultimi anni).
In 10 anni i finanziamenti ferroviari sono calati del 20%
Il trasporto ferroviario italiano soffre della riduzione dei finanziamenti statali, spiega Legambiente, con una diminuzione delle risorse nazionali stanziate tra il 2009 e il 2018 pari a -20,4%, (che potrebbe diventare del 26,2% se confermato un taglio ulteriore di 300 milioni) mentre i passeggeri crescevano del 6,8%. Ecco perché, secondo l’associazione, se si vuole davvero rilanciare il trasporto ferroviario pendolare, invece di parlare di Tav, bisogna aumentare le risorse.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)