Reddito di Cittadinanza, Brunetta: È reddito di disoccupazione, che fa acqua

"Anche oggi giornata nera per il reddito di disoccupazione e per il giovane Di Maio.

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse In foto: Renato Brunetta

ROMA (LaPresse) – Reddito di Cittadinanza, Brunetta: È reddito di disoccupazione, che fa acqua. “Anche oggi giornata nera per il reddito di disoccupazione e per il giovane Di Maio. Dopo le critiche rivolte ieri dalle Regioni, da tutte le parti sociali, da Inps e da Istat. Oggi i sindacati e l’Ufficio Parlamentare di Bilancio hanno messo a nudo la grande superficialità con cui è stato scritto un provvedimento che assomiglia sempre più ad un colabrodo, che fa acqua da tutte le parti. Evidenti sono le parti incostituzionali del decreto. Che ledono fortemente l’autonomia delle Regioni in materia, quella autonomia che il Movimento 5 stelle aveva sostenuto nel no del referendum del 2016, e che rischiano di portarlo davanti alla Corte Costituzionale, mettendone a rischio ampie parti”. Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia.

Brunetta dice la sua sul reddito di Cittadinanza

“Chiari appaiono essere gli errori tecnici sulla platea interessata. Che condizionano le risorse finanziarie dedicate, creando incertezza sui conti; significativa la distorsione che riguarda la scala di equivalenza Isee adottata, che appare premiare i singoli e penalizzare le famiglie numerose con figli. Pericoloso l’allarme dell’Inps sulla impossibilità di verificare i requisiti di ricchezza, che determinerà l’erogazione a molte persone o nuclei che non ne avrebbero i requisiti prima che sarà possibile recuperarli; lampante per tutti il livello di reddito scelto, fuori da ogni logica economica, uniforme per tutti e per tutte le aree del Paese, che incentiverà molti giovani al non lavoro e al sommerso, ponendoli in condizioni di sfruttamento, soprattutto nel Mezzogiorno; evidenziata da tutti la confusione tra politiche attive e sostegno alla povertà, che determina grande confusione ed inefficienza economica; abnormi i problemi organizzativi in termini di risorse umane e tecnologie che rischiano di scaricarsi sui già disastrati centri per l’impiego”.

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