Coniugi Renzi ai domiciliari, sparite le fatture delle coop

I genitori dell'ex premier accusati di averle distrutte per nascondere i debiti delle aziende a loro riconducibili

FIRENZE – Sono agli arresti domiciliari da ormai due giorni Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi. Per loro all’ipotesi di bancarotta fraudolenta si sarebbe aggiunto nelle ultime ore un nuovo importante elemento. I coniugi Renzi avrebbero infatti anche fatto sparire alcuni documenti delle coop fatte fallire intenzionalmente e in precedenza gestite da prestanomi da loro indicati.


Le accuse ai coniugi Renzi


Questo è quanto sostiene il procuratore capo Giuseppe Creazzo e l’aggiunto Luca Turco oltre ai due pubblici ministeri che hanno firmato la richiesta di arresto. Meccanismi che sembrerebbero molto chiari e che sarebbero stati messi in atto dal 2014 a oggi. Un’attività che avrebbe consentito la crescita esponenziale del volume di affari della coop capofila, vale a dire la ‘Eventi’ il cui fatturato sarebbe passato addirittura da uno a 7 milioni di euro. Per questa organizzazione sono in totale diciotto le persone indagate mentre le contestazioni delle fatture inesistenti scaricate avrebbero raggiunto il valore di 750mila euro circa.



Gli importi delle fatture fittizie

Nel dettaglio, negli anni 2014, 2015 e 2016 l’importo complessivo delle fatture sarebbe di oltre 207mila euro e l’imposta evasa pari ad oltre 98mila euro. Più della metà dell’importo complessivo contestato è stato fatturato nel 2016: parliamo di oltre 117mila euro affiancate dai 65mila circa del e i 25mila circa dell’anno precedente. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori ci sarebbero complessivamente 60 fatture. In tutto questo la coop ‘Marmodiv’ sarebbe stata utilizzata per alleggerire le spese della ‘Eventi6’ il cui fatturato sarebbe così, secondo gli inquirenti, cresciuto vertiginosamente. Una storia di fallimenti raggiunti di proposito, di fatturazioni false, di spese mascherate e altre inesistenti. Un giro di affari enorme che gli inquirenti hanno così bloccato e sul quale, però, l’attività degli stessi non si fermerà. Sono ancora tanti evidentemente gli aspetti da seguire per arrivare all’assoluta verità.

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