Pd, la carta di Zingaretti per le Europee: Pisapia capolista

Ma sul ruolo che ricoprirà l'ex sindaco di Milano, il governatore del Lazio non si sbottona ancora

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – Sulle note di Mahmood, vincitore al Festival di Sanremo, Giuliano Pisapia entra nella ‘Piazza Grande’ di Nicola Zingaretti. Forse il nome dell’ex sindaco di Milano gli elettori dell’Italia del Nord troveranno accanto al simbolo del Partito democratico. Pisapia, come è suo stile, entra senza far troppo rumore. Ma con la stessa determinazione che lo ha contraddistinto durante gli anni da sindaco di Milano.

Zingaretti sceglie Giuliano Pisapia

L’ex primo cittadino, ad un evento organizzato da Zingaretti a Roma, ‘A sinistra, la Piazza Grande’, cui partecipano anche Cecile Kyenge, Livia Turco e Giovanni Legnini, scandisce: “Non bisogna più guardare ai litigi del passato. Ma alle prospettive del presente e alle speranze del futuro”. Dal 3 marzo, giorno delle primarie per scegliere il nuovo segretario del Partito democratico, “può cambiare il modo e l’impegno di fare politica”, spiega ancora. Ricordando il suo tentativo (non riuscito) di un anno e mezzo fa, quando cercò di federare il centrosinistra attorno al Pd di Matteo Renzi.

Il governatore del Lazio pensa a una nuova lista aperta

Sul ruolo di Pisapia, per il momento, Zingaretti non si sbottona troppo. Ma, mentre la canzone ‘Soldi’ chiude la mini-convention romana, i giornalisti insistono: sarà mica lui, il mite avvocato, il capolista del collegio di Lombardia e Piemonte alle prossime europee, primo banco di prova di un Pd nuovo? “Magari”, risponde sorridente il governatore del Lazio. E aggiunge: “Con Giuliano ho un ottimo rapporto e, in un’idea di lista nuova e aperta, sarei onorato se fosse disponibile a mettersi a disposizione. Dipende da lui, ma è una risorsa eccezionale, che aiuterebbe a dare un segno che qualcosa sta cambiando”.

L’obiettivo è ricompattare il Pd e guardare al futuro delle forze di sinistra

Rincorso dai cronisti, l’ex primo cittadino si dice a sua volta onorato per l’offerta di Zingaretti, ma “è prematuro” parlarne. La suggestione, comunque, rimane. Diversi esponenti della sinistra ricordano con nostalgia, e rammarico, quel percorso lanciato da Pisapia nella sua Milano: riavvicinare il Pd e gli ‘scissionisti’ di Mdp, costruire un ‘Campo progressista’, rompere gli steccati e raccogliere più voti. Quel tentativo, però, naufragò dopo veti, divisioni, e la decisione del governo Gentiloni di non tentare l’approvazione dello Ius soli.

(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome