MILANO – Roberto Formigoni deve restare in carcere e la legge ‘Spazzacorrotti’, che è una norma di natura processuale, si può applicare immediatamente. E ha efficacia anche sui reati commessi prima della sua entrata in vigore. Sono queste, in estrema sintesi, le motivazioni contenute nell’ordinanza firmata dal sostituto Pg milanese Antonio Lamanna, che ha rigettato la richiesta di sospensione dell’ordine di carcerazione emesso venerdì scorso nei confronti di Roberto Formigoni. Dopo la condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi per il caso Maugeri.
Respinti i domiciliari per Formigoni
Il sostituto Pg, oltre al suo provvedimento, ha trasmesso alla Corte d’appello anche l’istanza dei difensori di Formigoni, che hanno chiesto per lui gli arresti domiciliari. La Corte, tramite un incidente di esecuzione, si esprimerà sulla richiesta avanzata dai legali dell’ex governatore lombardo.
La linea degli avvocati difensori
Tre giorni fa gli avvocati Mario Brusa e Luigi Stortoni, prima che Formigoni varcasse la soglia del carcere di Bollate, avevano presentato in Procura generale una richiesta di sospensione dell’ordine di carcerazione per il loro cliente. Che ormai ha superato i 70 anni (a marzo il Celeste spegnerà 72 candeline). E per il quale avevano chiesto la detenzione domiciliare.
La richiesta di sospendere l’ordine di carcerazione
Nella richiesta, la difesa aveva sostenuto che la nuova legge ‘spazzacorrotti’ – in base alla quale la corruzione è diventata un reato ostativo, per il quale non è possibile ottenere misure alternative al carcere – non vada applicata per reati commessi prima dell’entrata in vigore della norma. Di diverso avviso, invece, il sostituto Pg, che nell’atto depositato nel pomeriggio definisce “irragionevole” far slittare “l’applicazione della norma” ad anni “di distanza dalla sua entrata in vigore”. E cioè ai processi legati solo ai reati commessi dopo il 31 gennaio scorso, quando la ‘spazzacorrotti’ è entrata a far parte del nostro ordinamento.
Il sostituto Pg rigetta le motivazioni dei difensori
Le altre questioni sollevate dai legali di Formigoni, poi, per il sostituto Pg non sono “pertinenti” perché non riguardano la fase dell’esecuzione della pena. Ma quella della concessione o meno al condannato di “benefici”, sulla quale si deve pronunciare invece il Tribunale di Sorveglianza.
Per i legali di Formigoni, l’ex governatore potrebbe ottenere gli arresti domiciliari anche senza una sua collaborazione (richiesta dalle nuove norme). Perché gli episodi corruttivi al centro del processo sulla Fondazione Maugeri sono stati tutti accertati. E quindi una sua collaborazione di fatto non sarebbe più possibile. Argomento che, per il Pg, non è “pertinente” in questa fase e andrebbe piuttosto sollevato davanti alla Sorveglianza.
La decisione spetta alla quarta Corte d’Appello
e decidere se Formigoni debba o meno restare in carcere. Nel frattempo i difensori potranno anche presentare una richiesta di detenzione domiciliare al Tribunale di Sorveglianza.
(LaPresse/di Benedetta Dalla Rovere)