NAPOLI – Dice tutto e il contrario di tutto, alle sue fughe in avanti corrisponde a stretto giro il ritiro, lancia ami a chiunque ma nessuno abbocca. Forse perché il sindaco di Napoli Luigi De Magistris è “carta conosciuta”: affidabilità politica pari a zero, come per gli innamorati basta un complimento per fargli rimangiare quello che aveva detto un momento prima. Prendiamo le ultime dichiarazioni di Macron: del presidente francese non è mai stato estimatore ma è bastato che dicesse, parafrasando Stendhal, che “Parigi e Napoli sono le vere capitali europee” che al sindaco sono venuti gli occhi a cuoricino. Che romantico, proprio ora che all’Europa non pensa più.
“Per quanto mi riguarda non ci sono gli spazi per essere presente alle europee e nemmeno con una lista che faccia riferimento al movimento DemA”, ha detto ieri, chiudendo così il progetto, da lui stessi ventilato tempo fa, di tentare un ritorno a Strasburgo, questa volta con il movimento nato attorno alla sua esperienza amministrativa. “Tutti volevano una mia presenza totalizzante per le europee – aggiunge, e la domanda non può che essere: ma tutti chi? – chi ha esperienza politica, e come me ha il dovere di amministrare, deve avere la maturità, la saggezza e l’attenzione a valutare bene ogni cosa”.
L’ex pm chiarisce anche che la scelta è maturata durante l’assemblea di sabato scorso con “un grande confronto anche con militanti e altre esperienze italiane ed europee. Il progetto politico va avanti e che vede in DemA uno dei punti”. Va avanti con sempre meno estimatori, però. Per quanto possa non essere chissà quanto determinante, il dialogo con Potere al Popolo si è interrotto. E la distanza è diventata ancora più evidente quando, dopo l’elezione di Nicola Zingaretti a segretario del Pd, Viola Carofalo lo ha bellamente criticato, mentre De Magistris ha pensato subito a un appuntamento.
“Tra i candidati alla segreteria del Pd sicuramente Zingaretti è quello che si presenta apparentemente con i maggiori connotati di novità – ha dichiarato il primo cittadino – Non vorrei però che porti male una valutazione preventiva positiva di un amministratore. Anche Renzi fu accolto in maniera positiva per il fatto che era stato sindaco per tanti anni per poi dimenticarselo subito dopo quando è andato a fare il capo del governo”.
E sul possibile dialogo politico, il sindaco avverte: “Se è cambiato tutto per non cambiare niente allora ci potrà sempre essere un dialogo istituzionale ma mai nessuna convergenza politica con il Pd. Se invece si apre una fase nuova nuova nelle parole, nei contenuti e anche nelle persone allora sicuramente con un’esperienza come quella napoletana, che ha sempre cercato il dialogo con chi non ha posizioni fasciste, xenofobe e anticostituzionali ci potrà essere un dialogo come lo abbiamo sempre cercato”. Del resto, l’idea di candidarsi alle Regionali, giusto per blindare – da candidato governatore – un posto in consiglio, ha bisogno di alleati per potersi concretizzare. Che sia il Movimento 5 Stelle, da cui ha ricevuto pubblicamente picche ma che attraverso Fico comunque dialoga con lui, o il Pd, poco importa. L’importante è occupare una poltrona.