NAPOLI – “Mia moglie mi manca, non volevo ammazzarla ma solo impaurirla”. E’ in un continuo pianto a dirotto che ieri mattina Salvatore Tamburrino ha confermato la dinamica che sabato l’ha visto uccidere sua moglie Norina, di 33 anni, nella casa dei suoceri a Melito. L’uomo è apparso visibilmente provato quando si è presentato davanti al gip del tribunale di Napoli Anna Laura Alfano per la convalida dell’arresto. Udienza che si è svolta in carcere a Poggioreale e che vedrà l’invio degli atti al tribunale di Napoli Nord in quanto territorialmente competente.
Accusato di omicidio volontario e del tentato omicidio della suocera
Difeso dall’avvocato Domenico Smarrazzo, è accusato di omicidio volontario e del tentato omicidio della suocera. Il 42enne ha ribadito quanto già dichiarato in Questura in presenza del sostituto procuratore aversano Antonio Vergara. I rapporti tra lui e la moglie da tempo non andavano a causa di una sua relazione extraconiugale: qualche giorno prima c’era già stata pure un’accesa discussione tra le famiglie. Norina, che in passato già l’aveva perdonato, aveva deciso di troncare definitivamente quella relazione trasferendosi a casa dei genitori a Melito. La coppia ha anche due bambini che oggi hanno 7 e 13 anni.
Un tentativo maldestro di riconciliazione finito in tragedia
Salvatore avrebbe provato a ripianare i rapporti, con la donna che però non voleva vederlo né sentirlo. Così sabato mattina lui ha manifestato l’intenzione di togliersi la vita: è andato a Melito ma prima di compiere l’insano gesto ha dettato alla moglie una sorta di testamento in cui lasciava indicazioni sulle risorse economiche da destinare ai figli. Soldi che nonostante lo status di disoccupato ha spiegato provenire da una sua attività di broker dell’infortunistica stradale. Quindi ha chiesto alla moglie di appartarsi in un’altra stanza perché “mi vergogno della presenza dei suoceri”. La donna, però, non ne ha voluto sapere: così lui si è alzato e dall’alto del quasi metro e novanta di altezza ha chiuso gli occhi impugnando la pistola perpendicolarmente al suo corpo.
Minacce alla suocera per la fuga
La moglie è rimasta seduta, Tamburrino ha sparato due o tre volte con la sua pistola a tamburo: mentre Norina Matuozzo muore, lui è scappato puntando l’arma contro la suocera. I figli, a detta sua, non erano presenti alla scena. Successivamente ha fatto una serie di telefonate, tra cui quella al suo avvocato, il quale gli ha consigliato di presentarsi allo studio per concordare la consegna alla giustizia. Anche nello studio del penalista l’uomo avrebbe manifestato la volontà di togliersi la vita. Di lì a poco, tuttavia, la polizia lo verrà a prendere. Sono in corso accertamenti per sapere dove e come il 42enne abbia recuperato la pistola.
Un sabato convulso
Ieri mattina, inoltre, Tamburrino ha smentito con decisione fonti giornalistiche che gli attribuirebbero un ruolo nella cattura di Marco Di Lauro. “II mio assistito non ha fornito alcuna collaborazione ed alcun contributo per questa vicenda” ha chiarito l’avvocato Smarrazzo. Una sorta di smentita è poi arrivata anche da parte della Questura. Tamburrino era stato sentito anche lunedì in Procura: è indagato per favoreggiamento alla latitanza di Marco Di Lauro e per associazione a delinquere di stampo mafioso, essendo ritenuto organico proprio al clan Di Lauro. Attualmente è in isolamento in carcere, un regime deciso per sorvegliarlo h24 in virtù del suo stato confusionale.