ROMA – “Credo che il premier abbia seguito la nostra linea che da tempo gli avevamo suggerito. E cioè, quella di far partire la Tav lavorando in modo serrato per rivedere alcuni problemi connessi all’opera e per aumentare la quota del finanziamento europeo”. Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, dopo la lettera di Giuseppe Conte alla Telt.
Per Molinari, non si tratta di una vittoria dei 5 Stelle: “Se io leggo la lettera della Telt trovo scritto che domattina saranno pubblicati gli avvisi per presentare la candidatura, quelle che noi chiamiamo le manifestazioni di interesse”.
È la stessa cosa che pubblicare i bandi di gara? “Ma sì. È una fase del percorso di gara, c’è scritto chiaramente nella lettera della società. La quale espliciterà il fatto che se la procedura non avesse seguito, non ci saranno oneri per la società o per gli Stati, Italia e Francia. È quello che sostenevamo noi: far partire i bandi tenendo conto che le “clausole di dissolvenza” ci danno alcuni mesi per mettere a punto la Tav così come la vogliamo”.
“Io credo che avremmo dovuto affrontare il tema con anticipo – afferma Molinari al Corriere della Sera -. Sapendo che la questione era divisiva, forse avremmo dovuto avviare la discussione prima di trovarci a ridosso di queste scadenze. Resta il fatto che noi la strada l’avevamo indicata: rivedere il progetto per tagliare le spese e risolvere le questioni che erano ancora aperte”.
Il capogruppo della Lega alla Camera spiega che “una volta superato lo scoglio dei bandi, una discussione del genere non è più all’ordine del giorno. Certo, se i 5 Stelle volessero enunciare lo stop alla Tav, è chiaro che il nostro voto sarebbe negativo. Ma il punto non sarebbe la Lega che vota con Forza Italia o altri. Sarebbero loro a isolarsi. Io mi auguro che ciò non avvenga”.
(LaPresse)