ROMA – “Il governo ci ha voluto incontrare e questo è importante, perché siamo davanti a un cambio di linea dopo la nostra manifestazione del 9 febbraio”. Lo dice il segretario della Cgil Maurizio Landini in un’intervista al ‘Corriere della sera’. Anche con Renzi all’inizio ci fu dialogo ma poi finì in scontro. Andrà allo stesso modo? “Io le cose le prendo seriamente e non ho pregiudiziali. Se è solo cortesia o sostanza lo verificheremo confrontandoci nel merito”, aggiunge.
Il salario minimo
Quanto al nuovo cavallo di battaglia del M5S, il salario minimo, “a tutte le persone che lavorano debbono essere garantiti diritti. Non c’è solo il salario, ci sono anche altri istituti come ad esempio le ferie o la malattia. La strada migliore è dare validità erga omnes ai contratti nazionali, che permetterebbero di considerare i trattamenti economici e normativi complessivi e di essere più aderenti alle diversità di settore”, sottolinea.
Salari troppo bassi in Italia, la denuncia di Landini
“Il problema nel nostro Paese è che i salari sono troppo bassi. Il loro valore reale deve aumentare – aggiunge Landini – Bisogna che i contratti nazionali tornino a far crescere i salari. Ma serve anche un intervento fiscale: è necessario ridurre il peso delle tasse sul lavoro dipendente e sui pensionati, aumentando le detrazioni e rivedendo il sistema delle aliquote”.
La flat tax è la soluzione?
La flat tax andrebbe bene? “No, bisogna rispettare il principio della progressività previsto dalla Costituzione. Sia per i redditi, sia per la ricchezza nel suo complesso”, risponde. Allora sta parlando della patrimoniale? “Non mi impicco alla singola parola. Se proprio dobbiamo dargli un nome chiamiamolo contributo di equità. Ma l’importante è andare a prendere i soldi dove ci sono per rilanciare gli investimenti, quelli pubblici sono crollati del 30% negli ultimi dieci anni, e per creare lavoro”.
Lavoro, la proposta di legge della Cgil
“Vorrei ricordare – aggiunge ancora – che il Movimento 5 Stelle aveva nel programma elettorale il ritorno dell’articolo 18. Questo confronto potrebbe affrontare il tema di come si costruisce un nuovo statuto dei diritti, che dia tutele anche a quelli che non ce l’hanno, come i rider e i tanti altri sfruttati. La Cgil ha depositato in Parlamento una proposta di legge con un nuovo statuto dei lavoratori che prevede anche il ripristino e l’estensione delle tutele. E che soprattutto stabilisce come i diritti siano in capo alla persona, non al rapporto di lavoro. Il che vuol dire aprire la strada a tutele reali anche alle partite Iva. Avevano promesso che le leggi di iniziativa popolare avrebbero avuto un percorso preferenziale. Ecco, ne hanno una già pronta con un milione e mezzo di firme”.
(LaPresse)