MILANO – “Ho sfruttato la decisione di quei maledetti della Fifa per un break totale dopo 45 anni. Me ne frego di una sospensione che è una roba da matti. Ora il caso è alla Corte dei diritti umani, a Strasburgo: non mi possono impedire di lavorare nel calcio”. Parla senza peli sulla lingua, Michel Platini, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, a proposito della squalifica di otto anni del Comitato etico della Fifa con l’accusa di aver ricevuto da Sepp Blatter un pagamento 1,8 milioni di euro, quando era in odore di succedergli alla guida del governo del calcio.
“La squalifica non mi ha toccato, non l’accetto: non mi sento squalificato. La Svizzera mi ha assolto, la Fifa doveva assolvermi e non l’ha fatto per ragioni politiche. Tutto è stato politico. Non so che farò poi. L’asticella era già alta, andare più su di dove sono arrivato è complicatissimo”, aggiunge ‘Le Roi’. E, alla domanda su che Fifa vede oggi, risponde netto: “Detto sinceramente, oggi me ne frego. Non lo dico con disprezzo. Quando sei tu a decidere ti interessi, ma ciò che penso non conta più. Verrà il tempo di dire le cose. Non ho mai parlato né male né bene di nessuno. Preferisco non parlare: potrei essere indecente”.
Attende una rivincita, giustizia dalla Corte dei diritti umani? Platini replica così: “Combatto sempre, non mi lascio piegare: un giorno la giustizia arriverà. Quando è attesa la sentenza? Per farmi fuori ci hanno messo due secondi. Avere giustizia è dura, dura, dura. Ma arriverà, sono sicuro”.
(LaPresse)