ROMA – “Partiamo divisi per colpire uniti”. Più che una boutade, la frase del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è lo slogan di un metodo di lavoro che a Palazzo Chigi si ripete praticamente quotidianamente. E così anche sullo sblocca cantieri il premier ha dovuto ammettere la possibilità di un’approvazione ‘salvo intese’. Che lascia cioè spazio a successive modifiche, “non per divergenze bensì per motivi tecnici”.
La riunione travagliata del Consiglio dei ministri
Dopo vertici e tavoli tecnici, la riunione del Consiglio dei ministri che doveva essere breve è in verità andata diversamente. Dopo l’avvio e l’immediato stop alle 14.30, è ripresa alle 18.30 per poi andare avanti fino in serata.
La verità è che nel testo entrato a palazzo Chigi dopo pranzo “mancavano tante opere da sbloccare e mancava un sostanzioso e sostanziale incentivo per far ripartire l’edilizia privata – ha spiegato Matteo Salvini – Occorre far ripartire l’edilizia privata, le manutenzioni, le messe a norma, gli adeguamenti ambientali e gli sconti per le famiglie per fare ripartire il settore edilizio. Se non riparte il settore edilizio per l’Italia è un problema”. Insomma, niente accordo, ed è su questi punti che la discussione è andata avanti, sia pure a singhiozzo.
Decreto sblocca cantieri, nessun passo indietro
Ma sull’ok non sono ammessi passi indietro: “Approviamo ragionevolmente un decreto che ci consentirà di accelerare la riforma del codice degli appalti. Anticipando alcune misure”, spiegava Conte parlando con gli studenti alla Luiss. Per sbloccare i cantieri “bisogna lavorare a palazzo Chigi ma anche andare sui singoli cantieri”, è la ricetta del premier. E dunque sì al decreto ma non solo, è importante la ricognizione sui territori, a partire dalle opere considerate strategiche e che potranno essere commissariate con l’arrivo di uno o più responsabili. Una lista che ha fatto storcere il naso alla Lega, che ne contava poche al Nord rispetto al proprio desiderio.
Il testo sulla Brexit
La riunione del Cdm, oltre a esaminare in via preliminare il decreto crescita in cui potrebbero rientrare alcune delle misure chieste dalla Lega e che dovrebbe essere approvato – secondo quanto indicato da Conte – entro la fine della prossima settimana, ha affrontato anche il testo per contenere gli effetti della Brexit e per “garantire la stabilità e integrità del sistema finanziario”, che dà la possibilità di continuare a operare – per le banche britanniche in Italia e gli operatori italiani della City – sul territorio nazionale grazie alla tutela di un regime transitorio. E’ in questo decreto che sono state inserite le norme per rafforzare il golden power estendendolo alle reti 5g.
(LaPresse/di Antonella Scutiero)