ROMA – Dopo Matteo Salvini, anche Danilo Toninelli tira un sospiro di sollievo. Sono infatti state bocciate le due mozioni di sfiducia presentate da Pd e Forza Italia nei confronti del ministro delle Infrastrutture e Trasporti.
A salvare il posto di Toninelli, i 159 voti contrari su 102 favorevoli e 19 astenuti. Le mozioni accusavano il ministro grillino per il suo operato sulla Tav.
Sfiducia a Toninelli, il pesante attacco del Pd
Nel documento preparato dai dem contro Toninelli si leggeva che “il ministro avrebbe mentito al Parlamento e al Paese nonché al Governo francese e all’Unione europea, sottoponendo all’attenzione di tutti un’analisi del rapporto tra costi e benefici palesemente infondata e ora oggetto di ‘aggiustamenti‘ da parte del presidente del Consiglio dei ministri”. Pesante l’intervento del senatore Pd Salvatore Margiotta. “La procedura su Tav fa acqua da tutte le parti: è stata trovata la solita soluzione da azzeccagarbugli: i cinque stelle si vantano di aver bloccato l’opera, la Lega di averla fatta andare avanti, con la clausola di dissolvenza”.
I cartelli esibiti da Forza Italia
Ed è dopo la presentazione della mozione di sfiducia preparata da Forza Italia, che i rappresentati del partito si sono scatenati, esibendo i cartelli con la scritta “Lo facciamo per te”. Azione che ha richiesto la sospensione della seduta richiesta dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati.
La difesa di Toninelli: “Rifarei tutto, ho agito in totale coerenza e trasparenza”
“Gli attacchi che mi sono stati rivolti rappresentano la miglior prova dell’inconsistenza degli argomenti usati contro il mio operato. C’è ancora tanto da fare per ridimensionare chi ha avidamente divorato il Paese e per rimettere al centro i cittadini. Ma sono orgoglioso di quello ho realizzato come ministro e che abbiamo portato avanti come Governo. E rifarei tutto senza esitazioni“, ha detto Toninelli.
“La ridiscussione della Tav è un dovere assunto dal Governo in Parlamento fin dalla sua nascita e ribadito testualmente attraverso due distinte mozioni. La prima, appena un mese fa, alla Camera dei Deputati e la seconda, solo due settimane fa, proprio qui al Senato della Repubblica. Ho agito in totale coerenza e trasparenza“, ha concluso.
Bagarre in Aula tra “bunga bunga” e gesti delle manette
Ma la bagarre vera e propria è scoppiata durante le dichiarazioni di voto.
Mentre Toninelli guardava lo schermo del suo smartphone, il senatore Fi Biasutti ha ironizzato dicendo: “Vada su Google e digiti il suo nome, vedrà cosa esce…”.
In difesa del ministro è intervenuto Alberto Airola, che replica: “Vada lei su Google per trovare “bunga-bunga“. A quel punto una pioggia di urla e insulti riempie il palazzo Madama, tra gesti delle manette e uno scontro diretto tra la Casellati e Andrea Marcucci.