Lavoro, Cgil: “Inizio anno non rassicurante, preoccupa Cig”

"Un inizio anno non rassicurante, anzi: aumentano considerevolmente sia la cassa integrazione, in particolare quella straordinaria, che la disoccupazione. Il Governo, da troppo tempo latitante sul tema delle politiche per lo sviluppo e per la creazione di nuova occupazione, non può non prendere in esame questi dati”.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

ROMA – “Un inizio anno non rassicurante, anzi: aumentano considerevolmente sia la cassa integrazione, in particolare quella straordinaria, che la disoccupazione. Il Governo, da troppo tempo latitante sul tema delle politiche per lo sviluppo e per la creazione di nuova occupazione, non può non prendere in esame questi dati”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti in merito ai dati resi noti quest’oggi dall’Osservatorio Inps sulla cassa integrazione. “Quanto rilevato a gennaio 2019 dall’Istituto evidenzia una crescita allarmante della disoccupazione del 13,4% su base annua” e secondo la dirigente sindacale “questo dato conferma il flop del decreto dignità poiché, in assenza di crescita, non sta determinando alcun beneficio. Ciò è dimostrabile dal numero delle domande di licenziamento di dicembre, pari a 201.267, di cui il 98,5% sono state richieste di NASpI”.

I dati

“A febbraio 2019 aumentano anche le ore di cassa integrazione richieste, del 91,1% su gennaio 2019 e del 25,6% su febbraio 2018. Tutti dati – aggiunge – che confermano la gravità delle condizioni generali del sistema produttivo nel nostro Paese. Ciò con il rischio non solo di una nuova fase di stagnazione, ma di un vero e proprio rallentamento”. Per la segretaria confederale “servono quindi, come proposto unitariamente da Cgil, Cisl e Uil nella piattaforma, investimenti pubblici e privati. Inoltre provvedimenti concreti che rendano le infrastrutture, materiali e immateriali, immediatamente cantierabili. Dunque serve attivare immediatamente un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione. Bisogna poi rivedere l’infruttuosa pratica degli incentivi favorendo interventi urgenti che creino lavoro reale e stabile”.

LaPresse

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