Migranti, Mit: “Sbarchi fantasma? Guardia costiera agisce solo in caso di pericolo vite.

In merito al fenomeno dei cosiddetti "sbarchi fantasma", di certo non nuovo, si sottolinea quanto segue. I casi di arrivo di migranti direttamente sulle nostre coste si differenziano da quelli accaduti nel Mediterraneo centrale, per alcuni elementi.

ROMA – In merito al fenomeno dei cosiddetti “sbarchi fantasma”, di certo non nuovo, si sottolinea quanto segue. I casi di arrivo di migranti direttamente sulle nostre coste si differenziano da quelli accaduti nel Mediterraneo centrale, per alcuni elementi. Si tratta di imbarcazioni di norma piccole, unità da diporto e piccoli pescherecci, con pochi migranti. Non di gommoni o barconi di legno con moltissime persone dentro. Negli ‘sbarchi fantasma’ vengono usate peraltro comunemente unità navali prive di qualsiasi sistema di rilevazione che ne consenta il monitoraggio. Spesso barche a vela, che possono essere facilmente scambiate per quelle dedite ad una regolare navigazione da diporto, che navigano in totale autonomia, senza richiedere aiuto. Dunque cercando di occultare la loro presenza per raggiungere le coste italiane senza essere individuate ed intercettate.



Nella gestione di questi fenomeni la Guardia Costiera viene interessata nel momento in cui le unità, nel tentativo di raggiungere le coste italiane, creino situazioni di pericolo conclamato per le vite degli occupanti. Dunque ci sia bisogno di un intervento di soccorso in mare. Per il resto la segnalazione alle forze di Polizia competenti per la vigilanza delle frontiere terrestri e marittime, circa l’avvistamento, in mare o una volta avvenuto lo sbarco, di unità coinvolte in presunta attività migratoria, si rende fondamentale per garantire il rispetto della legalità e l’intervento delle unità delle Forze di Polizia stesse che operano in mare e a terra. Nonché delle unità della Guardia Costiera che dovessero essere già in area, impegnate nei diversi compiti istituzionali connessi.

LaPresse

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