ROMA – “Con l’operazione verità lanciata dal ministro Tria, con la quale siamo perfettamente d’accordo, i consensi elettorali, soprattutto quelli della Lega, sono però in forte calo. Ecco che, allora, per recuperarli, è necessario far credere all’elettorato che ci sia un asso nella manica pronto a scattare nella seconda metà dell’anno. Quest’asso, nelle intenzioni di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, è il famoso decreto Crescita presentato dallo stesso Tria che, almeno in teoria, dovrebbe contenere misure di incentivo alle imprese in grado di dare una spinta al Pil. Paradossalmente, quelle stesse misure che erano state abolite solo pochi mesi fa con la Legge di Bilancio. Ciò per raggranellare soldi per finanziare le costosissime misure assistenzialiste di reddito di cittadinanza e quota 100”.
Il punto
“Una volta accortisi del grave errore, Lega e Cinque Stelle vorrebbero ora ripristinare questi incentivi. Il problema è che le risorse necessarie per finanziarli però non ci sono. Ne è una prova il fatto che le coperture del decreto ancora latitino. Dunque il provvedimento è entrato in stand-by, mentre solo pochi giorni fa Salvini e Di Maio lo davano ormai per fatto. Presumibilmente, il costo del decreto non potrà quindi essere molto elevato. Così che è immaginabile come le misure in esso contenute sortiranno effetti comunque limitati sul Pil, molto al di sotto di quel +0,5% che i due vicepremier vorrebbero scrivere nel quadro programmatico del DEF”. Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.
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Decreto crescita, Brunetta: “Entrato in stand-by, le coperture latitano”
"Con l'operazione verità lanciata dal ministro Tria, con la quale siamo perfettamente d'accordo, i consensi elettorali, soprattutto quelli della Lega, sono però in forte calo".