NAPOLI – Pretendere significa tutt’altro che amare. Amare significa tutt’altro che pretendere, anzi. Ma gli ultras della Curva B, che si dicono ‘innamorati al di là del risultato’, non sono disposti ad accettare score negativi nella gara di giovedì sera contro l’Arsenal. Non solo, perché gli stessi tifosi del settore popolare che da Fuorigrotta ‘guarda’ Soccavo vogliono il titolo. Anzi, la coppa. Che da ben dieci edizioni non è più la Uefa, ma l’Europa League.
Uno striscione per ogni gol
Uno striscione per ogni gol che servirebbe al Napoli per il passaggio del turno dopo il passivo di due reti rimediato all’Emirates Stadium. Le scritte sono apparse in Piazza Garibaldi, Piazza Carlo III, e all’ingresso del centro tecnico di Castel Volturno. Ce n’è uno anche in piazza Municipio, davanti al cantiere del Maschio Angioino: il quarto gol sarebbe l’apoteosi. Per non parlare del quinto, che corrisponde allo striscione affisso nei pressi del San Paolo. Di sicuro si tratta di messaggi intrisi di passione, volti a caricare a palla la squadra di Ancelotti chiamata al miracolo, ma è l’accezione di ‘pretesa’ che risuona con note stonate in un ambiente sportivo complicato come quello partenopeo.
Ancelotti chiude gli occhi e valuta l’undici
Carletto Ancelotti non guarda gli striscioni. Li avrà visti, sì, la notizia gli sarà arrivate alle orecchie, ma il tecnico è concentrato sull’undici da mandare in campo contro i londinesi. Con ogni probabilità, giovedì sera il Napoli si dispiegherà sul prato di Fuorigrotta con Meret in porta; la linea di difesa sarà formata da Hysaj, Koulibaly e Maksimovic, col quarto di sinistra ancora in dubbio; sulla mediana il tandem Allan-Fabian, con Callejon e Zielinski sulle fasce; in attacco il duo ”alto-basso” Milik-Insigne.