NEW YORK – Spielberg 0-Netflix 1. Niente da fare per il regista statunitense che, da mesi, lotta per fare sì che i film della piattaforma streaming vengano esclusi dalla corsa agli Oscar. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che organizza gli ambiti premi, ha annunciato che non modificherà i criteri di idoneità per l’ammissione delle pellicole alla kermesse. Sarà quindi sufficiente che un film, per essere eleggibile, sia stato proiettato in una sala cinematografica di Los Angeles per almeno sette giorni consecutivi.
La risposta
“Supportiamo la visione al cinema e la consideriamo essenziale per l’arte, e questa è stata una parte importante delle nostre discussioni”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Academy John Bailey in una nota, aprendo la porta a futuri cambiamenti nei criteri di selezione. “Intendiamo esplorare ulteriormente i profondi cambiamenti nel nostro settore e continuare ad impegnarci sull’argomento”. Ad influire sulla decisione potrebbe essere stato anche il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che ha recentemente inviato all’Academy, a metà aprile, una lettera nella quale mette in guardia da una possibile violazione della legge sulla concorrenza in caso di modifiche al regolamento.
Il messaggio
Nessuna soddisfazione, quindi, per Steven Spielberg, che di Oscar ne ha portati a casa quattro in carriera ma che dovrà continuare a contenderseli con i film Netflix. Come successo, per esempio, nell’ultima edizione con ‘Roma’ di Alfonso Cuaron, che ha portato a casa tre statuetta fra cui quella per il miglior regista. Sorte diversa, invece, al Festival di Cannes, nel quale la pellicola è stata esclusa dalla competizione. Almeno in Francia, per ora, Spielberg può stare tranquillo. Anche se, poco meno di due mesi fa, il profilo Netflix Film aveva scritto su Twitter: “Amiamo il cinema. Ecco alcune altr cose che amiamo: l’accesso a persone che non possono permetterselo o che vivono in città senza teatri. Permettere a tutti e ovunque di godere delle uscite allo stesso tempo, donare ai registi un maggior numero di modi di condividere l’arte. Queste cose non si escludono a vicenda”.
LaPresse