ROMA – La Cina è vicina, ma non deve spaventare. Dopo le polemiche sul memorandum con Pechino, è il premier Giuseppe Conte a rassicurare sul tema degli investimenti cinesi. In Oriente per partecipare al Second Belt and Road Forum for International Cooperation, l’avvocato del popolo ha un obiettivo: frenare i timori di sicurezza informatica legati allo sviluppo delle reti 5G, dove è finito nell’occhio del ciclone il colosso asiatico Huawei.
No a iniziative predatorie
“Ho parlato di possibili strategie predatorie, ma non voglio imputare alle aziende cinesi atteggiamenti predatori”, dice nel primo giorno della sua missione istituzionale. Un viaggio partito, si spiega da Palazzo Chigi, per riprendere “il fruttuoso dialogo avviato a Roma con il presidente Xi Jinping sui numerosi temi di comune interesse”.
Il futuro della tecnologia 5g in Italia
Il 5g, la tecnologia del futuro per le reti dei cellulari, non deve essere vista come uno spauracchio per il sistema Italia. Qualche mese fa era diventato anche l’ennesimo oggetto del contendere tra M5S e Lega, ma ora l’idea di Conte è chiarissima: “Noi siamo più avanzati e prudenti. L’Italia è una avamposto dell’Europa, gli altri possono stare tranquilli”. Ci sono tutte le cautele del caso, anche grazie alla possibilità (inserita all’ultimo) dell’attivazione del governo della golden power.
Le rassicurazioni del premier Conte
La sicurezza informatica deve rimanere “elevata”, ma l’Italia non opererà discriminazioni nei confronti di nessuno, azienda o Paese che sia. Posizione che farà sicuramente piacere al presidente cinese Xi Jinping, che avrà sabato 27 aprile un incontro proprio con il premier italiano.
La Via della Seta e le relazioni tra Italia e Cina
La Via della Seta non “un club esclusivo”, è il ragionamento del numero uno di Pechino, che ha spiegato come la Cina “tratterà equamente tutte le imprese per favorire l’emergere di un sistema commerciale basato sul mercato e sulla legge”. Molto di questo passerà dal 5G, dove comanda la Cina: l’Italia però c’è, forse questa volta anche con un filo di anticipo rispetto agli altri concorrenti dell’Unione europea.
(LaPresse/di Alessandro Banfo)