ROMA – Le misure sulla famiglia si faranno. Resta da capire se il pacchetto sarà inserito in un emendamento al Dl Crescita, come propone il ministro leghista Lorenzo Fontana. O se vedrà la luce con un decreto dedicato, come propone il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. Con le elezioni europee alle porte, le due forze politiche salgono sul ring per intestarsi la paternità di una misura molto popolare. E che vale certamente qualche punto in più nei sondaggi.
Il pacchetto Fontana e le divisioni tra M5S e Lega
In un primo momento è stato il Movimento 5 Stelle ad aver fatto trapelare irritazione per il pacchetto Fontana (“tale e quale a quello già presentato da Luigi Di Maio”), accusando il leader della Lega Matteo Salvini di “copiare” le proposte di Di Maio. Ora è il Carroccio a riferire di un certo nervosismo per la convocazione di tutti i partiti al Mise su un tavolo. Al quale non sarebbe stato invitato proprio il ministro Fontana, titolare del dicastero dedicato alle politiche della famiglia. Il capo politico del Movimento 5 Stelle sembra, alla fine, voler abbassare i toni chiedendo di non spaccare il governo su uno dei pochi temi su cui gialli e verdi potrebbero ancora andare d’accordo.
La proposta del ministro Fontana
La proposta annunciata da Fontana, che però andrebbe introdotta in corsa in un decreto prevalentemente economico, è quella di potenziare il bonus bebè da 80 a 110 euro (fino a 192 euro a seconda del nucleo familiare e dell’Isee). E prevede detrazioni fiscali del 19% (fino a un massimo di 1.800 euro all’anno per ciascun minore a carico) per l’acquisto di pannolini e latte in polvere. Quella di Di Maio non si conosce ancora nel dettaglio. Sarà più articolata e si sa già che non solo coinvolgerà le associazioni, ma che prenderà le mosse dal progetto del presidente del forum delle famiglie, Gigi De Paolo.
Nessuna divisione sul tema famiglia
Il leghista ha cercato di battere sul tempo il pentastellato giocando d’anticipo, ma Di Maio non vuole apparire in collera. “Sono disposto a prendere tutto il pacchetto di norme e tutti i soldi e darli a Fontana, se ne può occupare lui da solo. Non c’è problema. Sulla famiglia non dobbiamo dividerci”, dice. Il ‘tesoretto’ al quale entrambi vorrebbero attingere è lo scarto tra beneficiari previsti e reali per il reddito di cittadinanza, stimato in un miliardo. Anche per l’utilizzo dei fondi, Di Maio coinvolgerebbe le associazioni. “Le regole le decideremo con chi si occupa da sempre di famiglie e da sempre chiede politiche per la natalità”. Il Tavolo, dalla prossima riunione, diventa tecnico.
(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)