MILANO – E’ nuovamente scontro tra la Sea Watch e la Marina militare italiana. Hanno preso due posizioni diverse dopo essere venute entrambe a sapere della presenza di un’imbarcazione in condizioni precarie in acque libiche.
La richiesta della Sea Watch
La ong ha chiesto di intervenire per salvare i migranti e la forza armata, che è stata avvertita della presenza di decine di persone a rischio naufragio, ha risposto di trovarsi “a circa 80 km di distanza”. La gravità della situazione a bordo è stata sollevata da Alarm Phone: “Panico e urla, continua ad entrare acqua”. Alla fine la barca è stata raggiunta da una motovedetta libica: della salute dei passeggeri non si hanno notizie.
La nave militare non interviene
La Sea Watch ha affidato a Twitter la sua denuncia. “La nave P492 Bettica della Marina militare Italiana si trova vicino a un gommone in pericolo con circa 80 persone a bordo ma non interviene. Il nostro aereo ha inviato un messaggio di Mayday Relay e ha confermato l’avvistamento di persone aggrappate a un tubolare sgonfio”.
La replica della Marina
La Marina militare ha ribattuto all’accusa: “Avvistato natante in difficoltà da Ong Colibrì. Nave Bettica marina militare a 80km invia proprio elicottero in zona per supporto. Con elicottero in zona ha constatato avvenuto recupero migranti da motovedetta libica in zona Sar libica”. Mediterranea saving humans ha commentato: “La Marina militare italiana ha assistito dall’alto alla cattura, da parte di una motovedetta libica, di 80 persone che saranno riportate in Libia, nell’inferno di violenze e abusi da cui cercavano di fuggire”.
Il dibattito politico è in corso
Anche la politica è intervenuta sul caso. “Se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo perché non si può consentire, soprattutto ora, che uomini, donne e bambini siano rimandati in quell’inferno che è la Libia”, ha dichiarato il comandante Gregorio De Falco, ex senatore del M5S. Per Massimiliano Smeriglio del Pd “siamo di fronte a un caso che non pone scelta: si salvino le persone poi si discuta pure del resto. Non possiamo credere che una nave della nostra Marina militare, che ha compiuto tante missioni di soccorso internazionale, possa assistere senza intervenire ad una tragedia”. E ha avvertito: “Si intervenga senza indugio o il governo sarà responsabile delle conseguenze”.
(LaPresse/di Ester Castano)