Banche, Visco avvisa: “Rischi per l’aumento dello spread. I popolari si aggreghino”

I rischi di credito e quello di ridenominazione del debito spingono verso l'alto i rendimenti dei titoli di Stato italiani

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 31-10-2018 Roma Politica Giornata Mondiale del risparmio 2018 Nella foto Ignazio Visco Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 31-10-2018 Roma (Italy) Politic World Savings Day 2018 In the pic Ignazio Visco

ROMA – Gli effetti della crisi non sono ancora stati totalmente metabolizzati e lo spread fa sempre paura. Nel giorno delle considerazioni finali il governatore di Bankitalia Ignazio Visco punta certamente sull’importanza dell’Europa, ma non dimentica le banche. Che soffrono per un problema. I rischi di credito e quello di ridenominazione del debito spingono verso l’alto i rendimenti dei titoli di Stato italiani e possono “acuirsi nella percezione dei mercati, in modo repentino”.

I rischi dovuti all’aumento dello spread

L’effetto è presto detto per Palazzo Koch: “Un forte aumento nella percezione del rischio associato al debito di uno Stato può innescare rapidamente una spirale recessiva, scatenando tensioni sociali dagli esiti imprevedibili – spiega Visco – Il sistema bancario ne sarebbe fortemente colpito indipendentemente dalla sua patrimonializzazione e dalla sua esposizione diretta”.

L’elevatezza dello spread potrebbe infatti “portare ad un aumento del costo dei finanziamenti per le imprese e per le famiglie. E quindi anche ad una contrazione degli investimenti esattamente il contrario di quello che ci serve in questo momento”, fa eco da Intesa Sanpaolo il presidente Gian Maria Gros-Pietro.

L’appello di Bankitalia

E per questo che Bankitalia lancia un appello ai piccoli istituti, chiedendo di fare fronte comune. Per le Popolari è infatti “pressante l’esigenza di realizzare forme di stretta cooperazione o aggregazioni che consentano di competere sul mercato”.

Qui infatti rimangono diversi problemi, come la consistenza di crediti deteriorati ancora elevata e il rendimento del capitale inferiore. Anche perché, avverte Visco, “la possibilità che rischi macroeconomici tornino a investire un settore finanziario ancora in ritardo nell’adeguare la propria struttura è un elemento di vulnerabilità di cui bisogna essere consapevoli”. Secondo l’economista campano anche se il rafforzamento “dei bilanci delle banche italiane è proseguito nel 2018”, gli effetti della crisi non sono ancora “pienamente riassorbiti”.

Sul tavolo anche il dossier Carige

Ovviamente nel mondo del credito rimane sempre sul tavolo il dossier Carige, per il quale Banca d’Italia è consapevole di come si stiano cercando diverse soluzioni. Mancano al momento soggettk industriali interessati. Visto che il fondo Blackrock si è fatto da parte mentre l’intervento statale rimane una extrema ratio non caldeggiata dal M5S.

(LaPresse/di Alessandro Banfo)

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