GENOVA – “Autostrade non dovrà toccare una pietra del ponte Morandi”. Lo dicevano Luigi Di Maio e Danilo Toninelli dopo la tragedia di Genova. Lo hanno fatto. La società dei Benetton potrà continuare a gestire il tratto senza spendere un euro per la ricostruzione. A rimetterlo in piedi ci hanno pensato altri. E tra questi altri hanno rischiato di finirci anche soggetti ritenuti vicini alla camorra. Dalla padella alla brace.
La Direzione investigativa antimafia di Genova sta eseguendo, in Liguria e in Campania, due ordinanze di custodia cautelare nei confronti dell’amministratore di fatto della Tecnodem srl di Napoli e di una donna ritenuta prestanome della ditta. L’azienda è stata impegnata nella demolizione del Ponte Morandi, necessaria dopo il crollo del 14 agosto scorso. Sono in corso perquisizioni e accertamenti amministrativi.
L’azienda era stata estromessa, dopo interdittiva antimafia, da un subappalto di centomila euro, relativo proprio alla demolizione del Morandi. L’esecuzione delle misure cautelari personali e patrimoniali sta avvenendo d’intesa con la Dda di Napoli. Il lavoro dei magistrati interviene prima che per le istituzioni possa registrarsi un’altra sconfitta in una vicenda davvero nera.