Scampia, la vergogna dei disabili imprigionati nelle case

In una delle palazzine popolari di via Antonio Labriola 6, a Scampia, vivono ben otto persone disabili che da anni sono imprigionate in casa.

NAPOLI – In una delle palazzine popolari di via Antonio Labriola 6, a Scampia, vivono ben otto persone disabili che da anni sono imprigionate in casa. Il motivo è ben preciso: si tratta delle numerose barriere architettoniche che circondano il loro condominio. Due lunghe scalinate separano il pianerottolo di accesso al palazzo dall’esterno dell’edificio. Una distanza enorme per una persona sulla sedie a rotelle, per la quale anche un solo scalino costituisce un ostacolo insormontabile. I familiari delle otto persone con difficoltà motorie si sono rivolte più volte al Comune di Napoli per chiedere un aiuto. 

“Vorremmo che accanto alle scale si costruisse una discesa per disabili. E’ da anni che faccio richiesta al Comune, ho portato tutti i documenti che mi erano stati richiesti, ma nessuno ha mai ascoltato il mio appello”, denuncia Veronica, che con amore si dedica da anni alla madre in carrozzella. “Ogni volta che dobbiamo uscire sono costretta a prenderla in braccio, correndo il rischio che si faccia male”, continua la ragazza. 

Uno sforzo fisico considerevole per una giovane donna, che ha infatti già prodotto serie conseguenze. “Ho la schiena a pezzi, le gambe piene di lividi e tremori ovunque: questa situazione condiziona la vita mia e della mia famiglia: senza di me mia mamma resterebbe sempre chiusa in casa, ne morirebbe”.
“Ogni volta che bisogna uscire di casa per andare a fare una visita medica ci impieghiamo moltissimo tempo solo per scendere le scale: senza l’aiuto di qualcuno io non posso portare mia madre dal dottore. Questi anziani, per colpa di questa situazione, non hanno vita sociale: non possono andare a trovare i figli, né farsi una passeggiata accompagnati. Installando una discesa, la vita di intere famiglie sarebbe molto più facile”, dice Ida, anche lei figlia di un’anziana impossibilitata a camminare autonomamente.

Genitori con bimbi piccoli

Il problema riguarda inoltre anche quei genitori con bambini piccoli: con un braccio portano i figli, con l’altro il carrozzino, prima di raggiungere finalmente la strada.
“Queste persone hanno chiesto aiuto al Comune più di una volta. Due anni fa ci dissero che non avevano fondi per la nostra richiesta, eppure nessuno mai è venuto nemmeno per un sopralluogo utile a stilare un preventivo”, aggiunge Umberto. 
Le famiglie dei disabili, però, pur di ottenere la tanto desiderata passerella, sono disposte a pagarla di tasca propria. “Abbiamo proposto anche di farla costruire con i soldi nostri, ma ci hanno detto che non possiamo farlo: risulterebbe abusivo”, afferma Carmelina.

Insomma, i residenti del palazzo, appartenente all’isolato 6, scala B lotto H, sono con le mani legate. Basterebbe un piccolo gesto da parte del Comune di Napoli per cambiare la vita di otto famiglie. “Ci rivolgiamo al Sindaco e alla sua amministrazione: non ignorateci più, ascoltate il nostro appello”, concludono i parenti dei disabili.

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