ROMA – La partita europea della Lega sul commissario rischia di legarsi con un doppio nodo a quella da giocarsi in Italia per il ministro degli Affari Ue. E’ questo il motivo del lunghissimo vertice di palazzo Chigi che non ha portato ad alcuna soluzione. Matteo Salvini si è presentato al tavolo della riunione con due nomi forti per il dopo Savona. Quello di Alberto Bagnai e del ministro Lorenzo Fontana. Sul primo i dubbi dell’esecutivo non sarebbero pochi. Le posizioni antieuropeiste del presidente della commissione Finanze del Senato sarebbero mal digerite, viene riferito anche al Quirinale, dove Bagnai dovrebbe passare il vaglio definitivo. Su Fontana invece i 5Stelle non farebbero problemi. Anzi l’auspicio è che in quella casella venga posto una personalità più vicina alle politiche abbracciate dai pentastellati. Piuttosto che a quelle del ministro della kermesse di Verona.
Sul ministro mancante, le cui deleghe sono nelle mani di Conte, la questione dovrebbe risolversi la prossima settimana. Con un incontro a latere del tavolo di lunedì prossimo sulle Autonomie. Mentre per quanto riguarda il commissario Ue Salvini è davvero in alto mare. Smentiti da ambienti del Carroccio i nomi di Giulio Tremonti e Domenico Siniscalco, è molto probabile che il leader leghista scelga un nome ‘tecnico’ per questo ruolo come l’ambasciatore Giampiero Massolo.
Tra le fila del Movimento 5Stelle si tifa ancora affinché sia Giancarlo Giorgetti a volare a Bruxelles per liberare una casella pesante a cui notoriamente i pentastellati mirano. Il braccio destro di Salvini però ha già espresso il suo dissenso, ma in caso di necessità sarebbe anche pronto ad ingoiare il rospo. Resta anche in piedi l’ipotesi che l’Italia, senza un nome forte per la concorrenza, vada ad accaparrarsi con Gian Marco Centinaio l’agricoltura. Non sono però questi i piani del Capitano che vuole per sè e per l’Italia una poltrona economica e quindi di peso. In questa rebus tornano a farsi forti anche le voci su Giovanni Tria e Enzo Moavero Milanesi. Due nomi su cui poi si dovrebbe necessariamente attivare il rimpasto di governo.
(LaPresse)