ROMA – E’ sempre più torrida l’estate di Palazzo dei Marescialli alle prese con processi disciplinari, inchieste e scandali che sembrano allontanare il ‘cambio di pagina’ chiesto, già due settimane fa, dal Quirinale.
Domani la decisione del Csm
La decisione sull’istanza di ricusazione presentata in Csm dai legali di Luca Palamara arriverà la mattina di martedì. Perché la sezione disciplinare si è riservata sull’ammissibilità della richiesta, che riguarda Sebastiano Ardita e Pier Camillo Davigo. Sempre martedì, ma alle 15.00, è fissata l’udienza disciplinare sul pm per il quale la procura generale ha chiesto la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio.
Caso Palamara, i possibili scenari
Nel caso in cui l’istanza della difesa di Palamara venisse ammessa, in mattinata si deciderà se sostituire o meno i due giudici del collegio. Poi entrerà nel merito l’udienza sull’ex presidente dell’Anm che ha presentato, nei giorni scorsi, una lunga memoria nella quale ribadisce di non aver mai interferito sulle nomine. Né tanto meno, ricevuto denaro per favorirle. Se errori sono stati fatti, sostiene il magistrato, dipendono anche da altri perché “ero parte di un sistema” con “pregi e difetti”.
La testimonianza di Palamara
Palamara assicura: “Mai barattato la mia funzione. Mai ho ricevuto soldi, mai ho ricevuto regali”. E seppur ammetta di aver partecipato “a cene e incontri in occasione delle nomine”, compresa quella del procuratore di Roma, precisa che “l’autonomia della scelta del Csm mai e poi mai l’avrei messa in discussione”.
Caos procure, si aggiungono nuovi tasselli all’inchiesta
Intanto nuovi tasselli si aggiungono a una delle stagioni più complicate di sempre per la magistratura italiana. A Perugia vanno avanti le indagini che coinvolgono oltre a Palamara, che risponde di corruzione, altri magistrati, primo tra tutti il pg della Cassazione Riccardo Fuzio che ha rassegnato le dimissioni. Anche se ancora non sono effettive, ed è stato deferito davanti ai probiviri dell’Anm.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)