ROMA – Nel giallo legato alla scomparsa di Emanuela Orlandi, saranno aperte giovedì due tombe del Cimitero teutonico. Il nuovo tassello dell’inchiesta che va avanti da 36 anni arriva a seguito di una segnalazione anonima che ha dato il via alle verifiche.
La riapertura delle tombe in Vaticano
Le operazioni si svolgeranno alla presenza dei legali delle parti oltre che dei familiari di Emanuela Orlandi e dei parenti delle persone seppellite nelle tombe interessate. E con l’ausilio tecnico della gendarmeria vaticana e del professor Giovanni Arcudi che spiega: “Non posso prevedere ora quali saranno i tempi di esecuzione. Perché dipende dallo stato, dalla qualità e dalla quantità dei resti che troveremo”.
Una prima analisi delle ossa
In un’intervista alla sala stampa Vaticana Arcudi, professore di Medicina legale all’Università Tor Vergata, fa sapere che “da questa prima analisi delle ossa possiamo proporre sicuramente una datazione, certamente approssimativa. Ma per i periodi che a noi servono, di 50, 100, 200 anni, la possiamo fare. Possiamo distinguere se è un osso di 10 anni o che è stato lì 50 anni o 150 anni. Possiamo fare già la diagnosi di sesso, se le strutture ossee risulteranno tutte ben conservate. Potremmo anche arrivare, dopo questo primo esame, ad escludere l’ipotesi che i resti scheletrici appartengano a persone diverse rispetto a quelle due che sono state sepolte lì”.
La segnalazione al cimitero teutonico
La segnalazione legata al cimitero teutonico era arrivata alla famiglia della ragazza scomparsa nel 1983, con una fotografia, ricevuta l’estate scorsa, e l’indicazione: ‘Cercate dove indica l’angelo’.
Le ipotesi sul caso Orlandi
Sull’attendibilità delle ipotesi Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi, non si è mai esposta. Ma già in passato aveva precisato: “Certe cose bisogna chiarirle per escluderle”. Sottolineando di esser andata personalmente a verificare le condizioni delle tombe in questione, sopra le quali si staglia un angelo in pietra bianca, con lo sguardo e le mani rivolti verso il basso e una placca con la scritta ‘Requiescat in pace’. La statua e almeno una delle lastre che chiudono i sepolcri apparterrebbero a due periodi storici differenti, come se negli anni fossero state manomesse.
Le operazioni inizieranno giovedì
Nelle operazioni in programma giovedì sono coinvolti operai della Fabbrica di San Pietro e personale del Centro operativo di sicurezza della gendarmeria vaticana, per le operazioni di demolizione e ripristino delle lastre lapidee e per la documentazione. L’apertura della tomba, sarà la prima fase di una serie di accertamenti già programmati. E che, dopo la repertazione e catalogazione dei resti, porteranno alle perizie per stabilire la datazione dei reperti e per il confronto del dna.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)