MILANO – Utili in calo, produzione stabile. Sono questi i principali risultati di Eni nel semestre chiuso a giugno e presentati oggi. Nel dettaglio l’utile netto nel primo semestre è risultato in calo del 31% a 1,52 miliardi mentre l’utile netto adjusted, ovvero al netto di voci straordinarie, è risultato leggermente migliore con un calo dell’11% a 1,55 miliardi.
Stabile invece la produzione che è risultata sostanzialmente invariata a 1,83 milioni di barili sia nel trimestre che nel semestre. Il confronto, fa però notare Eni, appare penalizzato della cessazione del contratto produttivo Intisar in Libia avvenuta a partire dal terzo trimestre del 2018: escludendo tale effetto si registra una crescita di circa 110 mila barili nel trimestre pari a un +6,5%.
L’amministratore delegato torna a rilanciare sullo sviluppo delle rinnovabili
“Abbiamo fatto grandi progressi sul fronte della decarbonizzazione grazie al contributo delle fonti rinnovabili, entro il 2019 puntiamo a completare sette progetti sulle energie rinnovabili che abbiamo in corso in sette diverse aree”.
I risultati si riflettono sull’andamento del titolo che chiude la giornata di contrattazioni in lieve calo dello 0,08% a 14,33 euro. Descalzi appare comunque soddisfatto, anche a fronte di un contesto globale complicato, e parla di “eccellenti risultati finanziari”, assicurando che Eni è impegnata a proseguire “nella realizzazione degli obiettivi del proprio piano industriale”.
“La generazione di cassa dell’esercizio, in incremento di oltre il 20%, – sottolinea Descalzi – ha coperto ampiamente tanto gli investimenti, a cui continuiamo ad applicare una rigorosa disciplina, quanto la remunerazione degli azionisti che oltre al saldo dividendo include ora anche il buy-back. Di conseguenza il debito è sceso rispetto a quello di bilancio di un ulteriore 5% a 7,87 miliardi. Un ulteriore surplus di cassa potrà derivare nel prossimo futuro dal fatto che il prezzo effettivo del Brent è atteso a un livello superiore rispetto a quello di cash neutrality per Eni, pari a circa 55 dollari al barile”.
Ma quello che conta per Descalzi è che questi risultati sono stati ottenuti grazie alla performance industriale. “Nell’Upstream il nostro modello operativo ha portato all’avvio della produzione dell’Area 1 in Messico a meno di un anno dall’approvazione del piano di sviluppo. Abbiamo inoltre aumentato la nostra base produttiva crescendo principalmente in Egitto”.
Inoltre “prosegue in Gas & Power il trend positivo del portafoglio long-term con il rinnovo del contratto di fornitura da Sonatrach. Ottimi anche i risultati del Retail gas & power che amplia la propria base clienti di circa 130 mila utenze. I business R&M e Chimica attenuano l’effetto di uno scenario debole con un recupero di redditività nel secondo trimestre, soprattutto nel marketing oil”. In questo contesto Descalzi sottolinea di aver proposto al cda un acconto del dividendo di 0,43 euro ad azione su una previsione di 0,86 euro all’anno. (AWE/LaPresse)