MILANO – Rimane sempre caldo il fronte migranti. La Open Arms, con a bordo 121 persone soccorse nel Mediterraneo l’1 agosto, da quasi dieci giorni è in mare. Tra Lampedusa, dove sabato ha in programma una conferenza stampa, e Malta, che ha rifiutato l’approdo, in attesa di un porto sicuro. Gli adulti, 89, hanno inviato le loro richieste di asilo dalle acque internazionali all’Unhcr, Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, e al Mrcc, centro di coordinamento dei soccorsi di Roma. Con “una procedura senza precedenti”, ha annunciato il fondatore dell’Ong spagnola, Oscar Camps.
La linea dura di Salvini
Sui social si sono moltiplicati i messaggi di sostegno da parte di persone comuni e personaggi noti e a bordo è salito anche l’attore americano e attivista per i diritti umani Richard Gere. Salvini ha già chiesto al governo di Madrid di farsi carico della situazione. Ma il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, interpellato da Open Arms, ravvisa un duplice rischio di violazione per l’Italia, del principio di ‘non refoulement’. Cioè di non respingimento, e del divieto di espulsioni collettive.
Il Garante chiede chiarimenti
Per questo il Garante ha chiesto chiarimenti al comandante generale della guardia costiera. Piccata la risposta del leader leghista, che lo accusa di andare oltre le proprie competenze, forse per “giustificare la propria esistenza e il proprio stipendio statale. Che peraltro non è pubblicato con evidenza sui siti ufficiali come previsto per legge”.
Il nuovo caso
Intanto, un’altra nave umanitaria ha effettuato un soccorso in acque internazionali, a 60 miglia dalla Libia. È la Ocean Viking di Medici senza frontiere e Sos Mediterranée, battente bandiera norvegese, che ha preso a bordo 85 persone, inclusi 4 bambini, che erano su un gommone. Salvini ha scritto al ministro per la Giustizia e l’Immigrazione di Oslo richiamando il governo alle “proprie responsabilità di Stato di bandiera”.
Salvini chiede l’intervento della Norvegia
Secondo il titolare del Viminale “è necessario e urgente” un intervento dell’esecutivo scandinavo “affinché venga riconosciuto il ruolo di coordinamento delle autorità norvegesi. Per l’approdo verso un porto norvegese o di altro Paese disponibile. Dato peraltro che la natura, le dimensioni e l’equipaggiamento della Ocean Viking sono tali da integrare sicuramente un ‘place of safety’ e consentire viaggi in mare di lunga percorrenza”. Poi l’affondo verso la Ong, accusata di “condotte che agevolano il raggiungimento degli illeciti obiettivi dei trafficanti”.
E all’indomani della firma, con il rilievo di criticità, del decreto Sicurezza bis da parte del capo dello Stato, un nuovo colpo arriva da Bologna. Dove il Tribunale collegiale ha ritenuto inammissibile il reclamo del Viminale contro l’ordinanza che aveva imposto al Comune di iscrivere all’anagrafe una donna armena richiedente asilo. “Ancora una volta un tribunale afferma che anche il ministero dell’Interno è soggetto alla legge”, pungono i legali della donna, Antonio Mumolo e Paola Pizzi dell’associazione Avvocato di strada. “Dai giudici di Bologna altra sentenza a favore degli immigrati. Nonostante il ricorso del mio ministero – la reazione di Salvini -, il prossimo governo dovrà fare una vera riforma della giustizia. Non viviamo in una ‘repubblica giudiziaria’”.
(LaPresse/di Silvia Caprioglio)