ROMA – L’Ocean Viking in cerca di un porto sicuro. Ferma da 13 giorni nel Mediterraneo con a bordo 356 migranti di cui 103 non ancora diciottenni, sta mettendo in atto il solito copione recitato a memoria dalle varie Ong di turno. E così, con soli 5 giorni di razioni di cibo disponibili, in attesa che le si aprano in porti, il medico a bordo lancia l’allarme: “Ci sono persone le cui condizioni di salute potrebbero presto diventare critiche, fino al punto di dover richiedere una evacuazione. Siamo preoccupati per il rapido peggioramento dello stato di salute mentale dei migranti”.
L’appello
E il garante dei detenuti lancia un appello: “Serve un lavoro comune”. La Francia risponde dicendosi disposta ad accettare “un numero importante di migranti” ponendo però una condizione: che la nave non attracchi nei porti francesi. “Non possiamo rimettere in causa il principio dell’accoglienza nel porto sicuro più vicino perché è giuridico”. All’istanza risponde il Portogallo con disponibilità ad accogliere non più di 35 migranti
La voce del sindaco di Lampedusa
“Accogliere chi è a bordo della Ocean Viking a Lampedusa – spiega Totò Martello – è difficile in quanto il centro di accoglienza è saturo. Ma a Lampedusa gestiamo questa situazione come marinai, come pescatori. Se c’è da salvare qualcuno, può attraccare. Se c’è un problema di responsabilità penale, lo giudicheremo sul campo”. E aggiunge che va riconosciuto l’impegno fino ad oggi profuso dagli abitanti locali “prima che qualcuno qui si arrabbi un po’ troppo”.
Situazione Open Arms
Fatta attraccare e posta sotto sequestro amministrativo dalla guardia di finanza, la nave della Ong spagnola, si cerca di ricollocare i 163 occupanti; 110 potrebbero essere distribuiti nel seguente modo: 40 in Francia, altrettanti in Germania, solo 15 in Spagna, nazione madre della nave, 10 in Portogallo e dai 3 ai 5 migranti in Lussemburgo.