Un incontro di due ore, quello tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, durante il quale i capogruppo e vice Francesco D’Uva, Stefano Putuanelli, Francesco Silvestri per i pentastellati e Gianluca Perilli e Andrea Marcucci, Graziano Delrio e Andrea Orlando per i dem sembrano essersi trovati in sintonia. I nemici giurati hanno scoperto la strada del compromesso e della mediazione nell’interesse proprio e, forse, del Paese. Ma se i big sono pronti a ‘banchettare’ insieme, la base di entrambi i partiti mormora.
Fidarsi è bene
Non fidarsi è meglio. I dem lo sanno e per evitare di farsi illusioni sul ritorno al ‘potere’ e di perdere tempo chiedono al M5S di dire parole chiare rispetto alle trattative in corso. E’ risaputo che i pentastellati giocano, per ora, su più tavoli, quello col Pd e quello con la Lega di Matteo Salvini. “Abbiamo chiesto chiarezza come condizione al M5S sul fatto che questa interlocuzione sia l’unica”, ha raccontato Orlando. Ma, per ora, nessuna rassicurazione in merito è arrivata dai grillini.
Le richieste dei 5 Stelle
Oltre ai dieci punti elencati dal capo politico e vicepremier Luigi Di Maio, i 5 Stelle puntano ad avere garanzie dal Pd rispetto al taglio dei 345 parlamentari. “Servono garanzie su questo aspetto”, fanno sapere dal Movimento. Mentre il Pd ripropone i 5 punti elencati dal segretario Nicola Zingaretti.
Il governo ‘s’adda fare’
“Abbiamo analizzato tutti e 15 i punti e – ha sostenuto Delrio – possiamo dire che c’è un’ampia convergenza su quelli che riguardano l’agenda ambientale e sociale ed un impegno serio per il lavoro sulla manovra di bilancio, sulle priorità, che è la cosa più importante per il Paese da mettere a punto subito. Facili convergenze sul sociale e sull’ambiente”. Sulla stessa linea i pentastellati co D’Uva che conferma: “Non ci sono ostacoli insormontabili. Ma laddove il tavolo fallisse l’alternativa sarebbe il voto”. Stando a quanto lascia intendere Putuanelli, i pentastellati non sono pronti ad archiviare l’ipotesi di un Conte bis. “E’ stato un bravo premier
Alessandro il ‘guastatore’ E’ Di Battista a remare contro l’alleanza con il Pd poiché più propenso a riabbracciare la Lega e Salvini. “Ho visto nuove aperture della Lega al Movimento – ha affermato – Mi sembra una cosa buona soprattutto perché non mi dispiacerebbe un presidente del Consiglio del M5S”. Viva la faccia, altro che “le poltrone non ci interessano”.