Cyberbullismo, la lettera: “Contattata su Instagram, mi ha fatto sentire sbagliata”

Il caso di L. D., una ragazza che ci ha scritto per dare voce alla sua rabbia

NAPOLI – Una caratteristica ricorrente nei ‘cyberbulli’ è senza dubbio la vigliaccheria. Molto spesso si accoppia ad una presenza di complessi di inferiorità, tali da impedire loro lo sviluppo di normali rapporti di cordialità con i coetanei. Sono facilmente riconoscibili: si nascondono dietro un computer millantando una forza ed una coscienza dei propri mezzi che in realtà sono assenti nei soggetti in questione, e soprattutto hanno la propensione a misurare il proprio ‘coraggio’ con vittime che nella maggior parte dei casi sono ragazze, meglio se incapaci di reagire in un modo volgare.

Quasi sempre questi ‘malati del web’ si prefiggono quale scopo quello di costringere la vittima a sentirsi inadeguata, a vergognarsi di se stessa con lo scopo inconfessato di combattere i propri limiti scaricandoli sull’oggetto delle loro ‘attenzioni’.

Sembra essere il caso di L. D., una ragazza che ci ha scritto per dare voce alla sua rabbia, ma noi leggiamo anche pena, nei confronti di un aspirante bullo del web: “Ho conosciuto un ragazzo su Instagram. Mi aveva visto tra i ‘suggerimenti di contatto’ e mi aveva scritto per conoscerci, usando toni educati e rispettosi. Questo dialogo si è protratto per circa un mese, tanto da farmi pensare che le sue intenzioni fossero quelle di andare oltre un rapporto di amicizia sul web. All’improvviso, invece della classica richiesta di appuntamento, ha cambiato atteggiamento: ‘con te non c’è alcuna possibilità di creare qualcosa di più dell’amicizia sui social, tu non rientri nei miei canoni molto rigidi di bellezza’ mi ha scritto. Bene, mi sono detta. Ed ho cercato di concludere la conversazione spiegando che forse si era creato qualche equivoco, e che forse era il caso di interrompere il rapporto in ogni sua forma. A questo punto sono partiti gli improperi: ‘Tu non capisci niente, non è colpa mia ma è solo colpa tua’, ha continuato cercando di mettermi in ridicolo dicendo che ‘quando il professore spiega e tu non capisci devi alzare la mano e chiedere, sono proprio le basi!’. E ancora: ‘Se ti eri fatta un castello pensando di avere una relazione con me hai sbagliato di grosso’. Ho cercato di fargli capire che non era il caso di esagerare in questo modo e lui ha rincarato la dose: ‘Anche per i prodotti in offerta al supermercato c’è sempre la fila, ma non per questo sono di qualità. Si sa, voi donne avete sempre la fila di uomini ma non perché siete belle, bensì per quello che avete tra le gambe. Fortuna per te che è andata così’. Da allora  – continua – l’ho cancellato dai miei contatti. Ma continuo a chiedermi: può esistere gente così? Io sono una donna e, come ogni essere umano, ho il sacrosanto diritto di essere rispettata. Non mi piegherò mai ai maltrattamenti, men che meno a quelli che si nascondono dietro uno smartphone. E ne parlerò in ogni occasione per denunciare questi comportamenti assurdi, e come me ogni donna dovrebbe farlo”.

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