Russiagate, Conte: “Mai parlato con Barr. I nostri 007 estranei alla vicenda”. E attacca Salvini: “Ci dica cosa ci faceva con Savoini in Russia”

Il presidente del Consiglio ha confermato, in conferenza stampa, dopo l'incontro con il Copasir, gli incontri avuti dal ministro Usa con l'intelligence italiana

Foto Valerio Portelli/LaPresse 23-10-2019 Roma, Italia Dichiarazioni alla stampa di Giuseppe Conte Politica Nella Foto: Giuseppe Conte Photo Valerio Portelli/LaPresse 23 October 2019 Rome,Italy Press statements by Giuseppe Conte Politics In the pic: Giuseppe Conte

Con il ministro Barr, Giuseppe Conte, dell’inchiesta Russiagate, non avrebbe mai parlato “né per iscritto, né per telefono”. A smentire il suo presunto coinvolgimento nella vicenda è stato direttamente il premier, durante la conferenza stampa avvenuta al termine dell’audizione al Copasir.

Il capo del Governo ha chiarito pure che non era stato convocato dalla Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica per il caso Barr, ma era stato egli stesso, dopo l’elezione del nuovo presidente a chiedere l’incontro, non sottraendosi alle domande sull’eventuale incontro con il ministro statunitense.

Di ciò che ha detto il premier al Copasir non può parlare: “Sono coperti dal segreto, ma alcuni elementi voglio riferirli”. Quelle fatte dai giornali secondo il premier sono “ricostruzioni fantasiose”.

“La richiesta di informazioni americana risale a giugno”, ha chiarito Conte, e non ad agosto durante la crisi di Governo. Gli 007 degli Usa avrebbero voluto sapere se quelli italiani fossero stati coinvolti nel Russiagate: “Ma è stata acclarata l’estraneità della nostra intelligence”.

Il presidente del Consiglio ha pure scollegato il tweet con il quale il capo della Casa Bianca sponsorizzò il Conte-bis con gli incontri con Barr. “Il presidente Trump non mi ha mai parlato di questa vicenda, di questa inchiesta”

Con toni pacati, il capo del governo ha ricostruito i fili della vicenda. Ed ha confermato i due incontri avvenuti con il ministro Usa: “Il primo è avvenuto il 15 agosto, ma non si è svolto in un bar. Si è svolto nella sede di piazza Dante del Dis, la sede più istituzionale e trasparente possibile. Il secondo incontro si è svolto il 27 settembre ed è stato chiarito che alla luce delle verifiche fatte la nostra intelligence è estranea in questa vicenda. Abbiamo rassicurato gli interlocutori Usa su questa estraneità e ci è stata riconosciuta. Non hanno elemento di segno contrario.”

“Il presidente del Consiglio – ha dichiarato Conte – ha l’alta direzione e la responsabilità della politica dell’informazione sulla sicurezza e non la può condividere con con alcun ministro per il bene della Repubblica. E non la può, e non la deve condividere con alcun leader politico. Se ci fossero state attività presuntamente illecite della nostra intelligence, e io ne fossi venuto a conoscenza avrei fatto scattare una denuncia all’autorità giudiziaria”.

Si è detto sorpreso anche della richiesta di chiarimento sulla vicenda da parte di Salvini. “Ma è lecita. E mi sono attardato a parlare perché non c’era il presidente del Copasir. Ora sono qua e sto parlando”. Ha criticato, invece, l’atteggiamento del leader leghista quando gli era stato chiesto di spiegare l’eventuale coinvolgimento del Carroccio nell’inchiesta sui fondi russi: “Sono stati in grosso imbarazzo, sono andato in Senato al suo posto e non mi ha passato informazioni sul caso per riferirle in parlamento”. “Ci dica da ministro dell’Interno cosa ci faceva con Savoini in Russia in importanti incontri con il ministro della Russia”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome