ROMA – Stallo totale per Alitalia, con un nuovo tempo supplementare ormai alle porte. Nel giorno della scadenza della deadline per la presentazione delle offerte vincolanti, per Fs non ci sono ancora le “condizioni necessarie per il consorzio”. La palla è nel campo dei commissari, alle prese con una valutazione molto delicata da inoltrare al Mise. L’ottava proroga è l’unica exit strategy a ora, con il governo che preme.
La linea del premier Conte
“Ci impegneremo perché ci sia una soluzione industriale. Un salvataggio rabberciato con le toppe lascia il tempo che trova e non offre opportunità di sviluppo”, ha spiegato il premier Giuseppe Conte, da sempre in prima linea sul dossier. Parole di responsabilità e di attenzione per un risiko potenzialmente esplosivo dal punto di vista economico e sociale, che ha superato il perimetro del Mise ed è arrivato anche al Quirinale. “È anche un problema di politica nazionale. Non è solo una questione di immagine la compagnia di bandiera”, ha ribadito Conte da Milano.
Nessun accordo per la newco
La situazione è plastica: al momento non c’è un accordo per far partire la newco, con Atlantia che ha frenato, prendendo atto “della mancanza di significative evoluzioni nelle problematiche”. La “novità” è che Delta rimane nell’affare, pur con i suoi paletti. Come? Riconfermando il proprio interesse “di vecchia data nel partecipare al rilancio di Alitalia e rimane impegnata a mantenere una forte partnership tra le due compagnie aeree. Il nostro interesse e la nostra visione sono stati ben espressi alle Ferrovie dello Stato (FS) e al Ministero dello Sviluppo Economico e siamo pronti a investire fino a 100 milioni di euro per una partecipazione del 10% in Alitalia”, è lo statement del vettore Usa.
Si lavora per un consorzio affiatato
Ora bisogna lavorare con gli altri player per un consorzio “affiatato”, aggettivo che mal si addice al gruppo di investitori che da oltre un anno cerca una quadra sul piano industriale. Manca l’intesa sulle rotte per il Nord America, sulla governance della newco e anche sugli esuberi. Per Atlantia rimane sempre sullo sfondo il nodo Autostrade, che è difficile separare asetticamente dal dossier Alitalia.
Il bilancio di Di Maio e Salvini
E di certo non aiuteranno le parole odierne di Luigi Di Maio: “Quei signori (Atlantia, ndr) pensavano che entrando in Alitalia non gli toglievamo le concessioni delle autostrade? I morti del ponte Morandi non si barattano con nessuno”. E mentre anche Matteo Salvini attacca il governo (“Il rischio fallimento è dovuto alle sue bugie”), da Via Molise Stefano Patuanelli sceglie la via del silenzio laborioso, tenendo marzo 2020 come periodo di riferimento del closing. L’alternativa sarebbe il fallimento dell’ex compagnia di bandiera, dopo quasi 1,5 miliardi pubblici investiti nelle casse solo negli ultimi 30 mesi. Intanto i sindacati di categoria si sono mobilitati, con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA che hanno annunciato per il 13 dicembre uno sciopero nazionale di 24 ore.
(AWE/LaPresse/di Alessandro Banfo)