Sì al salvataggio della Banca Popolare di Bari. Il via libera è stato dato ieri sera dal Consiglio dei ministri.
“Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento” è il nome che il Cdm ha voluto dare al pacchetto.
Votato il decreto legge, l’obiettivo politico e mediatico è quello di non far passare l’operazione con un semplice ‘salvataggio’ di una banca, ma lanciare un messaggio del tutto diverso. Ad esplicitarlo, al termino dei lavori a palazzo Chigi, è stato il ministro Roberto Gualiteri: “Il governo è al fianco dei risparmiatori e dei dipendenti della Banca Popolare di Bari e delle imprese da questa sostenute ed è impegnato per il suo rilancio a beneficio dell’economia del Mezzogiorno”.
Ha rispolverato il vocabolario anti-sistema anche il grillino Luigi Di Maio: “Salvi i risparmi – ha chiarito il ministro degli Esteri -. Nessuna pietà per i manager e gli amici degli amici”.
L’operazione dispone, si legge nella nota stampa diramata dal Cdm, “l’assegnazione con uno o più decreti del ministro dell’Economia” l’assegnazione a Invitalia in conto capitale di contributi “fino all’importo complessivo massimo di 900 milioni” a favore di Mediocredito centale “affinché questa promuova, secondo logiche, criteri e condizioni di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento anche a sostegno delle imprese del Mezzogiorno, da realizzarsi anche attraverso il ricorso all’acquisizione di partecipazioni al capitale di società bancarie e finanziarie e nella prospettiva di ulteriori possibili operazioni di razionalizzazione di tali partecipazioni”. A seguito di tali operazioni poste in essere da Mcc può essere disposta con decreto del Ministero dell’Economia la scissione della stessa Mcc con la costituzione di una nuova società alla quale sono assegnate le attività e partecipazioni acquisite”.
“Gli amministratori straordinari della BPB – prosegue il comunicato – stanno proseguendo le negoziazioni già avviate con il MCC e il FITD per la stipula di un “Accordo Quadro”, contenente tra l’altro le linee strategiche del piano industriale per il rilancio della banca, il recupero del suo equilibrio economico e patrimoniale, e l’assunzione da parte della stessa di un ruolo centrale nel finanziamento dell’economia del Mezzogiorno”