Fca-Psa, domani l’incontro tra azienda e sindacati. No alle polemiche sul cda

Le sinergie previste sono pari a 3,7 miliardi di euro

Foto LaPresse/Nicolò Campo

MILANO – L’accordo storico tra Fiat Chrysler Automobiles e Psa finisce sul tavolo dei sindacati. Che per la prima volta nella storia italiana avranno la possibilità di eleggere rappresentanti in cda. Domani nel pomeriggio, a Mirafiori, le organizzazioni dei lavoratori incontrano l’azienda per ascoltare in dettaglio i punti della maxi fusione da 50 miliardi di dollari di valore di mercato. Che battezza il quarto più grande costruttore al mondo con 8,7 milioni di vetture annue vendute. Le sinergie previste sono pari a 3,7 miliardi di euro, ma sia Fca sia Psa hanno assicurato che non ci saranno chiusure di stabilimenti. Intanto il premier Giuseppe Conte, in una intervista a ‘La Stampa’ parla di una fusione “con effetti benefici per il resto dell’economia europea e nazionale”.

La composizione del cda

Il cda sarà composto da 11 membri, cinque in capo a Fca e sei a Psa. Ma la grande innovazione è che due consiglieri saranno eletti dai lavoratori dei due gruppi. Dunque, ai sindacati italiani dovrebbe spettare una sedia. “Il fatto in sè è positivo, e si verifica per la prima volta in Italia una situazione del genere. Dobbiamo evitare che ci siano polemiche su come individuare il rappresentante dei lavoratori”, commenta il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Che evidenzia che c’è “bisogno di persone capaci e competenti, non dobbiamo bruciare questa possibilità, perché può fare da apripista per altre realtà importanti in Italia”.

Tuttavia la questione potrebbe portare problemi nel sindacato. La Fiom, infatti, al contrario degli altri sindacati firmatari del contratto aziendale – Fim, Uilm, Uglm, Fismic e Associazione Quadri – non ha mai riconosciuto gli accordi del 2010 e anche domani vedrà l’azienda a un tavolo separato e successivo.

La linea di Bruxelles

Da Bruxelles la commissaria antitrust Ue, Margrethe Vestager, fa sapere in una intervista al ‘Sole 24 Ore’ che accenderà un faro sulla fusione. “Poiché sono entrambe società molto grandi, devo pensare che superino la nostra soglia di fatturato, fattore che imporrebbe a Bruxelles di analizzare il caso”, spiega Vestager. Ieri Carlos Tavares, numero uno di Psa che sarà ceo del nuovo gruppo, si è detto “a proprio agio” sulle questioni antitrust, sicuro che dall’Europa non arriverà alcuno stop.

Nella sua intervista il premier italiano, in effetti, dichiara che “operazioni di questo tipo, oltre a consolidare il mercato dell’auto, consentono anche una forte integrazione delle filiere industriali europee. Non bisogna poi dimenticare la forte presenza del gruppo sui mercati terzi, a partire da quello statunitense. In un’economia globale non si può prescindere da questo aspetto per creare realtà industriali in grado di crescere e reggere la sfida della competizione globale”.

(AWE/LaPresse/di Lorenzo Allegrini)

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