Milano, 16 mar. (LaPresse) – Sette i nomi accanto a quello dell’attuale presidente Vladimir Putin appariranno sulle schede nelle elezioni in Russia del 18 marzo. Anche se sembrano rappresentare l’intero spettro politico, da destra a sinistra, con Putin al centro, nessun candidato secondo i sondaggi supererà il 10%.
Chi invece non sarà della partita è Alexey Navalny, il grande oppositore di Putin le cui condanne giudiziarie, spesso controverse, gli hanno impedito di potersi candidare.
Ecco un elenco di tutti i candidati.
VLADIMIR PUTIN – Attuale presidente, è al potere sia come presidente sia come primo ministro dal 1999. Quest’anno ha abbandonato il partito Russia Unita per presentarsi come candidato indipendente: una mossa interpretata dagli analisti come una volontà del presidente di smarcarsi dalla formazione che nei sondaggi di popolarità è molto indietro rispetto a lui.
PAVEL GRUDININ – Uomo d’affari entrato nella corsa elettorale con il sostegno del candidato del partito Comunista, gestisce una ex fattoria statale alle porte di Mosca su modello delle cooperative sovietiche del passato.
VLADIMIR ZHIRINOVSKY – Conosciuto come nazionalista e populista di destra, Zhirinovksy è il leader del Ldpr, ex Partito Liberal Democratico della Russia. Ha già corso altre cinque volte per la presidenza: in un’intervista all’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle ha elogiato le sanzioni internazionali alla Russia dicendo che avrebbero aiutato l’economia interna.
GRIGORY YAVLINSKY – Co-fondatore del partito liberale di opposizione Yabloko, nel 2016 aveva ammesso che si aspettava di battere Putin nella corsa presidenziale del 2018. Yabloko è stato fondato agli inizi degli anni ’90 per sostenere le libertà civili, i buoni rapporti con l’Europa e il libero mercato. Yavlinsky ha corso per la presidenza più volte a partire dal 1996, senza successo.
KSENIA SOBCHAK – Conosciuta come personaggio televisivo e del jet-set, è vista come la Paris Hilton russa. Ha reiventato se stessa come attivista politica prendendo parte a proteste dell’opposizione e rappresentando il partito liberale Iniziativa civica, fondato nel 2012. Il padre aveva stretti legami con Putin all’inizio della sua carriera politica ma Sobchak è convinta che il Cremlino abbia bisogno di recuperare le sue relazioni con l’Occidente.
BORIS TITOV – Capo del partito di Growth è visto come una figura marginale nella politica russa, con l’87% su 1.500 russi intervistati dalla Fondazione per l’Opinione pubblica che a dicembre ha ammesso di non aver mai sentito neanche parlare di lui. Ma è una figura del governo, essendo il rappresentante autorizzato del presidente per la protezione dei diritti degli imprenditori.
SERGEY BABURIN – Candidato per il partito nazionalista Unione di tutti i popoli, ha invitato la Russia a rafforzare il potere geopolitico in Eurasia. Veterano della politica russa, Baburin ha votato contro lo scioglimento dell’Urss nel 1991.
MAXIM SURAYKIN – Candidato del partito Comunista, Suraykin ha adottato le motivazioni economiche e politiche del suo partito, sostenendo un’economia socialista dell’era sovietica, e ha promesso di nazionalizzare il sistema bancario e di colmare il divario di reddito tra lavoratori e management.