ROMA – C’è qualcosa che non va nel governo giallorosso. C’è più di qualcosa che non va nei partiti che lo compongono. Lo sanno bene i leader dei due maggiori azioni, M5S e Pd. Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti si sono incontrati per discutere della situazione attuale e soprattutto dell’agenda di governo del 2020. Un faccia a faccia di circa 45 minuti a Palazzo Chigi non annunciato che ha come primo e forse unico obiettivo quello di lanciareun segnale di distensione ai gruppi parlamentari. “Si è parlato della situazione politica generale e si è fatto un primo confronto sul percorso da avviare per definire i prossimi obiettivi di governo. Il clima è stato molto positivo e costruttivo”, spiegano in una nota congiunta i due leader dopo il vertice.
Incontro Zingaretti-Di Maio: bisogna riscrivere il programma
L’accordo sarà riscritto? Probabilmente sì. E’ un’idea che circola già da qualche tempo, lo hanno più volte affermato gli esponenti di tutti i partiti di governo. Una lista di propositi e riforme prioritarie che dovranno però passare per il vaglio del premier Giuseppe Conte, che non è più lo spettatore immobile come nella precedente esperienza. Oltre alle singole misure, Zingaretti e Di Maio sanno che l’esecutivo deve darsi un’anima, un orizzonte comune verso cui tendere.
Regionali e lo spettro della vittoria della Lega
Il 2020 sarà delicatissimo. Ci sono le Regionali in Emilia-Romagna ed in altre importanti regioni del Paese. Il 26 gennaio sarà una data spartiacque. Se vincerà la Lega le ricadute sul governo nazionale saranno pesante. Ma è la crisi che attraversa il Movimento 5 Stelle a tenere in ansia tutti. I numeri in Senato traballano, c’è lo spettro di una o più scissioni dopo l’espulsione di Gianluigi Paragone. Ci sono le sirene del Carroccio che tentano tanti parlamentari grillini. E poi c’è Matteo Renzi: Italia Viva è il terzo incomodo tra due partiti che già hanno difficoltà a stare insieme.