Le Sardine tornano a casa, in mare aperto, a Bologna. Mattia Santori e compagni vincono l’ennesima scommessa – piazza VIII Agosto è “strapiena” – ma, anche se si dicono contentissimi e prendono tempo sul futuro, sanno per primi che la vera partita si gioca domenica prossima.
In piazza, ieri, tra i militanti, il sentimento è duplice. “Qualcuno ha visto le Sardine cremonesi?”, si sente urlare. Sembra uno scherzo, ma arriva una risposta seria. “Sono quelle con il violino e il pentagramma, laggiù”. I gruppi si cercano. Da Acireale a Pavia, in piazza, prima che il concertone inizi, ci si scambiano consigli organizzativi: “Voi avete ottenuto la certificazione del gruppo Facebook?”. Quando arriva Santori nel backstage in tanti lo chiamano: “Sei la nostra speranza, il leader”, gli dice una sardina arrivata dalla Lombardia. “Non esageriamo, io vorrei anche tornare alla mia vita”. Sarà vero?
Poco più tardi il frontman delle Sardine si concede alle domande dei giornalisti (sono oltre 220 quelli accreditati). “Sartori lei…”. “Mi chiamo Santori, non farò mai politica, sbagliate sempre il mio nome”, scherza. In realtà, è tutta politica quella che viene dopo: “Non ce lo aspettavamo – ammette – ma per tante persone siamo la vera alternativa al sovranismo e al populismo di destra. Questo non era previsto. Quello che sta avvenendo è che c’è qualcosa di fisico, inoppugnabile”. In piazza, intanto, per gli organizzatori ci sono “oltre 40mila persone”. L’obiettivo, politico appunto, è dichiarato: “Si può arrivare da una piccola piazza a cambiare l’esito delle elezioni. Il punto di svolta non è oggi, ma tra una settimana, se saremo nello squadrismo digitale o se invece ci sarà un segnale di speranza. Se ci sarà un risultato favorevole tra una settimana questo diventerà un esempio in Italia e non solo, anche in Europa”.
Il 26 gennaio sarà quindi “un crocevia”. Nessuna smobilitazione in caso di sconfitta del centrosinistra e di Stefano Bonaccini, sia chiaro. Ma un percorso verso “una struttura”. A febbraio partirà un tour nei territori per conoscere i gruppi da nord a sud, poi l’ufficializzazione dei gruppi Facebook. Il 7 e 8 marzo (ma le date potrebbero cambiare) il ‘congresso’, in un luogo “fortemente simbolico”. Nessuno parli di “partito”, però. “Non è la direzione giusta – sentenziano – Purtroppo il dato di fatto è che se vuoi avvicinare gente alla politica il partito non aiuta”.
La piazza, questo è vero, quando qualcuno dal palco azzarda una ‘fuga in avanti’ più politica, non si scalda poi molto. Ad alzare i decibel sono i Modena city Ramblers e la Bandabardò che intonano Bella Ciao, Francesco Guccini che partecipa con un video e definisce le sardine “un raggio di sole dopo che piove per un mese: uno respira”. E poi i Rumba de bodas, gli Afterhours, i Subsonica, Willie Peyote, il rapper Marracash.
L’incontro con il premier Conte è in agenda, ma lontano anni luce dalla piazza. Molta della forza negoziale che le Sardine avranno al tavolo (hanno chiesto l’abrogazione dei decreti Salvini) dipenderà da domenica prossima. I quattro ragazzi che il 14 novembre scorso hanno rivoluzionato la campagna elettorale (e le loro vite) lo sanno. Ma per ora si godono la marea umana di piazza VIII Agosto.
Nadia Pietrafitta (LaPresse)