FIRENZE – “Il fatto che sia già andato prescritto metà processo per me è un’ ingiustizia profonda”. Così, durante una pausa del processo d’appello a Firenze per la morte Martina Rossi, che precipitò dal balcone di una camera al sesto piano dell’hotel Santa Ana a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. Mentre secondo l’accusa, fuggiva da un tentativo di stupro da parte dei 27enni di Castiglion Fibocchi (Arezzo) Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, Bruno Rossi. Il padre della giovane, commenta il fatto che il 29 novembre scorso la Corte aveva dichiarato estinta per prescrizione l’accusa di morte come conseguenza di altro delitto.
I due imputati sono stati condannati in primo grado dal tribunale di Arezzo a 6 anni di reclusione. Perché riconosciuti colpevoli di morte come conseguenza di altro delitto e tentata violenza sessuale di gruppo. Unico reato per il quale sono oggi a processo e che andrà in prescrizione nell’agosto del 2021. E la presidente di sezione Angela Annese, per evitare che anche il secondo reato cadesse in prescrizione, ha anticipato a oggi l’udienza. Era prevista inizialmente a settembre prossimo. “Quando uno fa del male e c’è una condanna bisognerebbe dire basta, fermati. Ha aggiunto il padre di Martina. Ma è la politica che dovrebbe intervenire in queste materie e trovare la giusta soluzione”.
(LaPresse)