ROMA – Secondo giorno a ‘scartamento ridotto’ per Papa Francesco. Un forte raffreddore lo costringe rinviare le udienze ufficiali, ma non la messa del mattino e gli incontri in agenda a Casa Santa Marta.
Gli impegni
Giovedì ha saltato la liturgia penitenziale con il Clero a San Giovanni in Laterano, affidando il discorso che avrebbe dovuto tenere al suo vicario generale per la diocesi di Roma, il cardinale Angelo De Donatis. Non ha rinunciato invece a incontrare nell’auletta dell’Aula Paolo VI gli ambientalisti cattolici del Global Catholic Climate Movement, organismo che collabora con la Chiesa la cura della Casa comune, su ispirazione della Laudato Si’.
I motivi
Una serie di impegni pubblici negli ultimi giorni lo hanno esposto ripetutamente al freddo. Prima a Bari, domenica 23 febbraio, dove ha chiuso l’incontro promosso e organizzato dalla Cei con i vescovi dei 20 Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Il vento gelido ha causato una lieve indisposizione anche al Presidente della Repubblica, invitato all’evento. Tre giorni dopo, il 26 febbraio, l’emergenza Coronavirus ha spinto il Vaticano a organizzare, in via precauzionale, l’udienza generale in piazza San Pietro e non in Aula Paolo VI. Lo stesso giorno, la processione sul Colle Aventino per il mercoledì delle Ceneri è stato l’ultimo appuntamento avuto all’esterno del Vaticano. Venerdì il Papa consegna il discorso che avrebbe dovuto tenere davanti alla Plenaria della Pontificia Accademia per la Vita al presidente dell’accademia, monsignor Vincenzo Paglia. L’occasione è la stipula dell’intesa tra il Vaticano e l’Ibm sull’etica nell’Intelligenza Artificiale.
Solo una “lieve indisposizione” per Bergoglio, assicura la Santa Sede, che però ha spinto qualche testata estera ad azzardare titoli fuorvianti, che legano il raffreddore del Papa al Coronavirus. Il Pontefice ha “preferito restare negli ambienti vicini a Santa Marta” svolgendo regolarmente gli altri impegni, ha spiegato il portavoce, Matteo Bruni.
di Maria Elena Ribezzo