Coronavirus, 5mila contagi in Italia: 233 morti. L’Iss: “Facciamo appello al senso di responsabilità di tutti”

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto il commissario straordinario dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro

MILANO – Avanza il contagio da coronavirus in Italia, e i casi positivi sono ormai 5.061, con 233 vittime. Sono i dati diffusi dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, e dall’Istituto superiore di Sanità, il cui presidente, Silvio Brusaferro, fa appello alla responsabilità di tutti: “Ora è fondamentale seguire le raccomandazioni per rallentare il diffondersi del Covid-19”, ha spiegato. “Questo tipo di infezione – ha sottolineato – possiamo controllarla attraverso una serie di misure: in questo momento tutti dobbiamo adottare le raccomandazioni, è un momento di responsabilità. Altrimenti mettiamo a rischio soprattutto la parte più fragile della nostra comunità. Non pensiamo che siamo lontani o che non ci riguardi: il problema c’è ed è grave. Bisogna avere grande attenzione”.

Sugli oltre 5mila contagiati, 2.651 sono ricoverati, 567 in terapia intensiva, mentre 1.843 sono in isolamento domiciliare. Oggi sono state 36 le persone decedute, dopo le 49 di ieri. Di queste, 19 in Lombardia, 11 in Emilia Romagna, 2 nelle Marche, una in Liguria e una in Puglia. I guariti sono invece 589. Mentre è morto il primo medico, una dottoressa di Portogruaro, nel veneziano, anestesista, che però aveva diverse patologie pregresse e il cui decesso non sarebbe legato direttamente al Covid-19.

“Le analisi che stiamo conducendo sui pazienti morti con infezione da coronavirus – ha sottolineato il presidente dell’Iss – ci mostrano come purtroppo l’età media dei deceduti superi gli 81 anni, e sono prevalentemente maschi, mentre più dell’80% ha due patologie, il 60% ne ha più di 3, solo il 2% non ha altre patologie. La sintomatologia è l’associazione di febbre e dispnea, difficoltà a respirare: le persone anziane che abbiano questo tipo di sintomatologia non affollino i pronto soccorso ma contattino il medico o il 112. E tutte le persone anziane si muovano il meno possibile da casa, ed evitino luoghi affollati e soprattutto i pronto soccorso e gli ospedali”.

Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali “sono fondamentali per poter contrastare il virus, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti”, ha detto anche il commissario per l’emergenza, Angelo Borrelli spiegando che in queste ore si stanno predisponendo trasferimenti di persone ricoverate in terapia intensiva dalla Lombardia in altre regioni: “Abbiamo posti in Piemonte, Liguria, Veneto. In riferimento alla Lombardia guardiamo ai posti più vicini. Stiamo lavorando per incrementare il numero dei posti letto in terapia intensiva e subintensiva, cercando soluzioni interne al nostro Paese”.

La Lombardia resta la regione maggiormente in difficoltà

I medici hanno lanciato l’allarme sul fatto che le terapie intensive lavorano già “molto oltre il limite”, mentre l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, dando i dati aggiornati della Regione (18 nuovi decessi che portano a 154 il totale e 3.420 casi positivi), ha invitato tutti al senso di responsabilità: “Rallentiamo le nostre vite, è il solo modo per rallentare il virus”. (LaPresse)

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