ROMA – E’ una corsa contro il tempo, il Governo ha l’urgenza di iniettare nel sistema economico nuove risorse. La strategia è ormai decisa: 200 miliardi di prestiti garantiti fino “al 25% del fatturato delle imprese”. Con un decreto ad hoc su cui sta lavorando il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che sarà dunque stralciato dal prossimo decreto economico di aprile. Sarà “un impegno significativo, tra i più forti in Europa, che pensiamo di riuscire a realizzare nei prossimi giorni”, assicura il responsabile del Mef. La strada del provvedimento, però, è ancora in salita, sebbene si lavori a ritmi serrati per smussare ogni angolo – nella maggioranza – e per convincere anche il centrodestra della necessità di riporre le sciabole. Vista l’eccezionalità del momento.
La strategia del Governo
Di contro, dal governo c’è “tutta la volontà di accogliere le indicazioni delle opposizioni”, come ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, nell’incontro con i capigruppo e i responsabili economici dei partiti di minoranza. Tutti presenti e nessuna defezione alla seconda riunione della cabina di regia. Che si aggiorna a domani per il confronto decisivo sugli emendamenti al ‘Cura Italia’ e le proposte per il prossimo dl economico. Idee che anche Gualtieri ha ascoltato assieme ai suoi vice ministri, Laura Castelli e Antonio Misiani, e alla sottosegretaria al Mef, Cecilia Guerra. Con loro anche i sottosegretari Gianluca Castaldi e Simona Malpezzi. Dal clima “proficuo” è emerso un sostanziale accordo per trasformare gli emendamenti onerosi al ‘Cura Italia’ in ordini del giorno condivisi su almeno una decina di macrotemi.
Esecutivo al lavoro
Inoltre, il governo si è impegnato ad assorbire nel dl di aprile alcuni temi come il rinvio delle scadenze fiscali, gli enti locali, il turismo, la sanità, l’edilizia, l’estensione del bonus per i professionisti ed altre attività economiche, il reddito per emergenza e l’agricoltura. Anche se la proposta di riprendere i voucher e far operare nei campi i beneficiari del reddito di cittadinanza o altri sussidi è stata bocciata. Una nuova ‘manovra’ che sarà di almeno 25-30 miliardi, se non di più.
Il colloquio con l’opposizione
Il passo avanti è comunque un segnale positivo, nonostante la Lega ora “si aspetta i fatti”. Al pari di Forza Italia che promette barricate qualora si paventasse anche solo l’ipotesi di una patrimoniale per fare cassa. Mentre Giorgia Meloni rilancia l’idea di elargire mille euro a chiunque ne abbia bisogno in questo momento di crisi. Il premier, Giuseppe Conte, in un incontro con i capigruppo delle forze di maggioranza a Palazzo Chigi, ribadisce l’importanza di arrivare a un percorso condiviso con le opposizioni. Anche se la difficoltà maggiore, è stato spiegato al capo dell’esecutivo, è proprio nella remissione degli emendamenti. Il dem Andrea Marcucci spinge per un’approvazione veloce del decreto in Senato, dunque l’orientamento sembra quello di attendere l’esito della nuova riunione con la minoranza, in programma domani alle 17, prima di procedere, presumibilmente sabato.
L’Ue torna sui suoi passi
Nel frattempo c’è anche la partita in Ue da giocare. Il cambio di tono di Ursula Von der Leyen, con la gratitudine espressa all’Italia per gli sforzi fatti finora. Con tanto di disponibilità a metter mano al portafoglio europeo – ad esempio con il lancio del programma Sure – viene giudicato come un “primo passo importante”, ma non sufficiente.
(LaPresse/di Dario Borriello)