In manette nove persone: devastarono l’ospedale dei Pellegrini dopo la morte di Ugo Russo

Questa mattina il blitz

Ugo Russo e il luogo della rapina finita in tragedia

Nove in manette per il raid nell’ospedale dei Pellegrini. Il pronto soccorso del nosocomio napoletano venne distrutto lo scorso primo marzo dopo la morte di Ugo Russo. A finire nei guai due minori (domiciliari), due donne e diversi familiari della vittima ora sono in carcere. Non sono coinvolti i genitori del giovane.

Russo, 15enne, perse la vita in via Generale Orsini. Aveva tentato di rapinare un carabinieri. Ma il militare reagì all’aggressione sparandogli.

Il minore, stando alla ricostruzione dell’accaduto, puntò la pistola al carabiniere, fuori servizio e in compagnia della sua ragazza, per sottrargli l’orologio. Il militare reagì premendo il grilletto della sua arma. Il giovane venne portato in ospedale, ma i medici non poterono fare altro che constatarne il decesso. Alla notizia della morte i 9 arrestati di questa mattina, in base a quanto ricostruito dall’Antimafia, sfasciarono il pronto soccorso. Un gesto di rabbia, di follia che è costato loro la misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli.

Le ordinanze sono state eseguite dai carabinieri, coordinati dalla Dda diretta dal procuratore Giovanni Melillo. L’inchiesta non ha coinvolto i genitori di Russo.

La devastazione del Pellegrini non fu l’unico effetto innescato dalla morte del 15enne. Due amici di Ugo esplosero dei colpi d’arma da fuoco in direzione della caserma Pastrengo

A finire in cella sono stati:

  1. GRASSO Giovanni, detto Ivan, nato il 1997
  2. MANCINI Gennaro nato 1972;
  3. INCORONATO Michele, nato 1974;
  4. PALUMBO Lucia, nata il Napoli;
  5. RUSSO Maria Pia, nata il 1977;
  6. GRASSO Salvatore, nato il 1975

Un settimo indagato è irreperibile. La Dda contesta loro a vario titolo i reati di devastazione e saccheggio, interruzione di un servizio di pubblica necessità, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale, tutti aggravati dal metodo mafioso. Arresti domiciliari, invece, per due minori.

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