ROMA – Non cambia l’imperativo del governo per la fase 2: accelerare sull’alleggerimento delle restrizioni, ma “senza stravolgimenti”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tra le mani il piano di riaperture graduali, ma prima di trasformalo nel prossimo Dpcm vuole un confronto con gli enti locali. Soprattutto per evitare pericolose ‘fughe in avanti’. La cabina di regia tornerà a riunirsi oggi pomeriggio ma le Regioni – in particolare quelle del Nord – scalpitano per riprendere il cammino verso la normalizzazione. I dati sulla curva dei contagi restano positivi, dunque lasciano ben sperare, ma la guardia resta alta. Soprattutto per questo restano le incertezze sulle prime aperture già dal 27 aprile e non ci dovrebbero essere grandi ‘sorprese’, con le concessioni ai cantieri pubblici. Dal 4 maggio riaprono molti commerci mentre ristoranti e bar dal 18, con modalità ancora da definire. Prima potrebbe esserci però via libera a cibo da asporto.
Mentre dalle opposizioni Matteo Salvini chiede che venga cancellato l’obbligo dell’autocertificazione per gli spostamenti, uno dei nodi più difficili da sciogliere è quello legato al trasporto pubblico. Sul tema hanno lavorato senza soste Palazzo Chigi, il Mit e il ministero della Salute. In stretta collaborazione con il Comitato tecnico-scientifico e la task force guidata da Vittorio Colao. Nelle prime bozze l’idea è di prevedere l’installazione di termoscanner in tutte le grandi stazioni italiane e in ogni aeroporto del Paese, per il controllo della temperatura corporea degli utenti.
Difficilmente, invece, la misura potrà essere replicata nelle metropolitane. Scatta, però, l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuali (le mascherine) sui mezzi pubblici, che saranno dotati di una ‘segnaletica’ interna da rispettare per l’entrata e l’uscita, con porte appositamente dedicate. Inoltre, ci saranno posti a sedere prestabiliti e solo su quelli sarà possibile viaggiare. E per evitare assembramenti e lunghe code, l’ipotesi sul tavolo è di suggerire, sotto forma di raccomandazione, l’acquisto di biglietti elettronici.
Avverrà la riapertura per gradi
In attesa del decreto, arrivano buone notizie per chi abita in zone di mare, fiume o lago. Nella sezione Faq del sito del governo arriva, infatti, la conferma che è possibile fare attività motoria, incluso il bagno, per chi abita nelle vicinanze. Così come chi si trova in montagna o collina può godere delle bellezze naturali nei dintorni della propria abitazione. Nel frattempo, l’esecutivo lavora per adeguare le strutture sanitarie in caso di nuova esplosione del coronavirus, per evitare un nuovo, drammatico lockdown.
Per il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, “le terapie intensive disponibili in ogni territorio devono essere sempre almeno il doppio di quelle del periodo pre-Covid”, ma servono anche Covid hospital, strutture per ospitare i positivi che non possono rimanere nelle proprie case e investimenti in persone e strutture che supportino medici di base e associazioni di volontariato. “Solo così – assicura – Stato, Regioni ed enti locali insieme potranno affrontare con risultati positivi la fase 2”.
Sullo sfondo resta sempre l’emergenza economica. Coldiretti, ad esempio, stima un “crack” da mezzo miliardo per quasi 24mila agriturismi, senza le gite di primavera. Ma ci sono ancora gli autonomi, i pensionati, le aziende e le famiglie a cui dare risposte. Nel decreto di aprile, che dovrebbe vedere la luce entro la prossima settimana, ci saranno anche l’aumento del bonus a 800 euro per i liberi professionisti, l’introduzione del Rem per chi è senza lavoro né ammortizzatori sociali e le tutele per badanti e colf. Inoltre, il periodo di cassa integrazione in deroga previsto dal Cura Italia (9 settimane) verrà prorogato. Le risorse messe in campo sono ingenti, soprattutto dopo l’ultima richiesta di scostamento di bilancio da 55 miliardi. Ossigeno puro, in attesa della tanto agognata fase 3, quella del rilancio definitivo.
Dario Borriello (LaPresse)