POZZUOLI – “Ma voi soggetti fragili perché non morite?”, è la frase choc pronunciata da un medico di base a un 77enne del posto, Giuseppe, che aveva chiesto al dottore delucidazioni e consigli sulla campagna vaccinale. E’ la figlia dell’anziano a denunciare l’episodio: “Chi mi conosce – si sfoga la ragazza – sa quanto io sia legata alla mia famiglia, quanto mi prenda cura di loro, del mio papà anziano e malconcio soprattutto. Con lo sblocco dei vaccini per i settantenni e per i soggetti fragili, io e mio padre abbiamo provato a informarci per quanto riguarda il piano vaccinale in Campania avendo lui 77 anni e avendo serie patologie pregresse ed essendo di conseguenza un soggetto fragile”.
Quindi la decisione di rivolgersi a uno specialista: “Abbiamo cercato qualche chiarimento chiamando il nostro medico curante per quanto riguarda l’iter da seguire e in cambio abbiamo ricevuto, oltre a numerose chiamate senza risposta e risposte vaghe, un ‘io non so nulla e non devo far nulla’. Quindi mio padre – continua la ragazza – ha riferito al medico che si sarebbe rivolto all’Asl per capire come e a quale piano vaccinale iscriversi ricevendo come risposta un ‘vada a quel paese’ con tanto di telefono attaccato in faccia”. Il 77enne, incredulo, “nonostante sia un anno che non lo faccio uscire se non per motivi strettamente necessari – spiega la figlia – ha deciso di recarsi allo studio per parlare col medico e ovviamente fargli presente che non è modo di trattare la gente”.
Nessuno si sarebbe mai aspettato di ascoltare quelle parole: “Quello che io ho sentito, quello che le persone presenti nello studio hanno sentito mi ha raggelata e credo mi rimarrà in mente per sempre: ‘Voi fragili, ma perché non morite?’. Questa frase mi fa paura pronunciata da un qualsiasi essere umano, ma detta da un medico mi terrorizza. Inutile dire che ho dato di matto e non me ne vergogno. Quindi una persona fragile è meglio che muoia? Un anziano, un soggetto a rischio, sono pesi di cui disfarsi? Quanti hanno un parente malato? Quanti sanno cosa vuol dire perdere un proprio caro per un qualche male? Quanti li hanno visti spegnersi senza poter far nulla? Quanti avrebbero fatto di tutto per tenerli ancora con sé? Questo virus ci ha tolto tanto, un anno della nostra vita. Non lasciamo che ci tolga qualcosa di più prezioso, la nostra umanità, la nostra empatia”. Infine un pensiero al vetriolo dedicato specialista: “E ricordi, caro ‘dottore’, che un buon medico si vede soprattutto da queste due doti, che evidentemente non le appartengono”.