ROMA – In arrivo un’ulteriore stangata per quanto riguarda il prezzo del gasolio. Una notizia che in tempi di crisi pandemica va ulteriormente a gravare sulle tasche degli italiani. “Un incremento delle accise – secondo uno studio di Assopetroli – che cadrà anche duramente anche sulle nostre imprese e con esse settori vitali dell’economia italiana tra cui logistica, trasporti, agricoltura, marina. L’aumento si trasferirebbe immediatamente sul prezzo dei beni con effetti depressivi sulla domanda”.
Disparità di prezzo
Secondo i petrolieri “un aumento delle accise non fa crescere le entrate fiscali, anzi rischia di ridurle”, ma all’orizzonte ci sarebbe la volontà di “utilizzare la leva fiscale per equiparare il costo della benzina verde a quello del diesel”. Il prezzo del gasolio oggi è di appena oltre 10 centesimi rispetto a quello della verde ma il nostro Paese è sempre in testa per i prezzi dei carburanti e, secondo gli ultimi dati della Commissione europea “occupa la terza posizione in classifica per il prezzo del diesel e la quinta per quello della benzina”.
L’allarme
Il monito viene da Assoutenti, l’Associazione dei consumatori specializzata nel settore dei trasporti, secondo cui ha messo a confronto i prezzi dei carburanti in Europa con i diversi listini e esentasse. Diversa, invece. La situazione per quanto concerne i prezzi dei carburanti al netto delle tasse dove il nostro Paese scende sensibilmente nei bassifondi della graduatoria europea occupando il 20simo posto su 27 Paesi per il gasolio e il 18esimo per la benzina. Per cui rispetto alla media Ue in Italia si paga la benzina “8,9% in più, con un maggiore esborso pari a 6,5 euro a pieno, e addirittura l’11,2% in più il gasolio (+7,2 euro a pieno): per ogni litro di verde si paga un euro di tasse, mentre per il diesel le imposte si fermano a 0,9 euro”.
Truzzi: “Incentivare i biofuel”
Secondo Furio Truzzi, presidente Assoutenti “questi numeri dimostrano ancora una volta come gli automobilisti italiani subiscano una tassazione abnorme sui carburanti, con Iva e accise che oggi pesano per il 64,5% sulla benzina e per il 61% sul diesel. Una pressione fiscale che non solo fa schizzare l’Italia ai primi posti in Europa per il caro-carburante, ma danneggia la collettività determinando rincari sia per i rifornimenti, sia per i prezzi al dettaglio di una moltitudine di prodotti che viaggiano su gomma. Per questo Assoutenti chiede al Governo Draghi di intervenire su quella parte di tassazione composta da accise obsolete risalenti al secolo scorso, e che nonostante le promesse nessun Governo ha avuto il coraggio di abbattere. Serve inoltre detassare quei carburanti “biofuel” e più rispettosi dell’ambiente, sempre più diffusi in Italia, su cui oggi gravano le stesse accise applicate alle benzine più inquinanti, anche per incentivare gli automobilisti ad acquistare prodotti ecologici e meno pericolosi per l’ambiente”.