Posto di lavoro a rischio per 1200

NAPOLI – Sono 1200 – fra gli stabilimenti campani della Jabil e della Whirlpool – le unità che rischiano di perdere il posto non appena sarà cessato lo stop ai licenziamenti disposto dal Governo per l’emergenza Covid. E le lavoratrici e i lavoratori del sito napoletano della Whirlpool ieri hanno dato vita ad un’assemblea pubblica in piazza del Plebiscito insieme ai sindacati metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, per continuare ad organizzarsi e combattere affinché lo stabilimento locale non abbassi per sempre la serranda, lasciando senza lavoro 350 persone. La protesta è stata organizzata dopo l’ennesima conferma da parte dell’azienda, lo scorso 7 aprile, di voler chiudere definitivamente la sede Whirlpool di via Argine di Napoli.
“Le vendite durante la pandemia per Whirlpool sono aumentate, insieme alla produzione, che sta passando da 4 milioni di pezzi prodotti a 5 milioni. L’azienda accresce la sua produttività, mentre per questo motivo si creano nuovi posti di lavoro: perché non distribuirli? Quel lavoro in più sappiamo dove deve andare” ha tuonato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale di Fiom. “Ci serve una soluzione non solo per noi, ma anche per i figli, i nipoti, le nuove generazioni di questa città. Questa lotta sta cercando di garantire un futuro a chi verrà dopo di noi. Non è una questione personale, non si tratta di salvare solo un posto di lavoro. La politica deve parlare con noi” ha concluso.
Un mese e mezzo fa lavoratori e sindacati hanno chiesto un incontro, senza ottenere risposte, con il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, per trasformare la lotta locale in una vertenza nazionale e chiedere risposte anche alle istituzioni e alla politica.
“L’azienda non ha mantenuto gli accordi del 2018 con sindacati e Governo, che prevedevano più investimenti nei siti napoletani. Whirlpool sta assumendo in altri stabilimenti del Paese, mentre a Napoli vuole chiudere e licenziarci” dice Alessandro Neboso, impiegato che ormai da più di un anno e mezzo sta cercando, insieme a tutti gli altri, di salvare il proprio posto di lavoro. “Negli altri stabilimenti d’Italia – aggiunge – gli operai stanno anche facendo straordinari, perché il lavoro non manca. E’ urgente la proroga del blocco dei licenziamenti, ma noi vogliamo lavorare, chiediamo solo questo”.
La scelta della multinazionale di fermare la produzione a Napoli appare ancora più insensata, dal momento che le vendite sono aumentate del 40%, comprese quelle delle lavatrici, proprio il prodotto realizzato dal sito napoletano.
I sindacati presenteranno ai lavoratori la sigla dell’ipotesi di accordo sul contratto nazionale dei metalmeccanici, che sarà poi discusso collettivamente e votato.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome