Corte dei conti sulle mascherine Fca

L’accordo tra azienda e Arcuri nel mirino per l’inadeguatezza e lo scarso utilizzo dei Dpi

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 25-02-2021 Roma, Italia Cronaca MISE - tavolo su vaccini covid 19 Nella foto: Domenico Arcuri, Commissario straordinario COVID-19 al Ministero dello Sviluppo Economico Photo Mauro Scrobogna /LaPresse February 25, 2021  Rome, Italy News MISE - table on covid 19 vaccines In the photo: Domenico Arcuri, COVID-19 Extraordinary Commissioner to the Ministry of Economic Development

NAPOLI (Diego Semola) – La fornitura nelle scuole delle mascherine prodotte da Fca (l’azienda della famiglia Agnelli) con finanziamenti pubblici, voluta dall’ex Commissario all’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri, è nel mirino della Corte dei conti. Tutto è partito da un esposto ai giudici contabili del sindacato di base Usb, da Rete Iside onlus e Osa. Ha guadagnato l’onore delle cronache l’esposto alla Procura delle Repubblica chiedendo ulteriori test sulle mascherine prodotte da Fca con Meltblown (tessuto-non-tessuto) chiedendo lo stop alla distribuzione. Se la vicenda è ferma nei meandri della giustizia, prosegue però l’azione della Corte dei conti. Perché la questione ha un doppio aspetto e quello dell’eventuale danno erariale non è secondario. Anzi. E potrebbe chiamare in causa soprattutto Arcuri.

La vicenda è complessa. Perché secondo la normativa vigente al momento dell’accordo (riservato), per ottenere la validazione del governo le aziende produttrici o gli importatori di mascherine, per avvalersi delle deroghe previste dalla normativa emergenziale, hanno dovuto inviare all’Istituto Superiore di Sanità un’autocertificazione nella quale, sotto la propria esclusiva responsabilità, attestassero le caratteristiche tecniche delle mascherine dichiarando che sono in grado di rispettare tutti i requisiti di sicurezza previste dalla normativa vigente. Se Usb, Rete Iside e Osa voglio verificare che sussistano gli estremi del reato di frode in pubbliche forniture, ma anche ogni altra ipotesi di reato in relazione al pericolo cagionato all’incolumità pubblica, la vicenda che potrebbe vedere la luce per prima è proprio quella del danno erariale per lo Stato vista l’elevata produzione, pari a 11 milioni di mascherine al giorno, ben il 70% del fabbisogno delle scuole italiane, degli impianti FCA, a Mirafiori e a Pratola Serra (Avellino).

La vicenda è stata seguita dagli avvocati Carlo Guglielmi e Arturo Salerni. Dall’Usb, poi, sottolineano un altro aspetto. Quanto sono state usate queste mascherine dagli studenti italiani? A quanto pare poco, visto che soffiandoci attraverso si riescono a spegnere finanche le candeline di una torta. I due soggetti in campo, il commissario Arcuri e la Fca, avrebbero inviato dei dispositivi di protezione individuali poco sicuri e per la maggior parte inutilizzati. Al costo, però, di una barca di fondi pubblici. Oltre alle denunce nazionali, l’Usb spiega che ci sono poi migliaia e migliaia di ‘micro-segnalazioni’ territoriali provenienti da associazioni di genitori che, a macchia di leopardo e in tutta Italia, avrebbe denunciato la stessa e identica vicenda una volta accorti che i propri figli non erano protetti a sufficienza.

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