Covid, ‘giallo’ da lunedì per 13 regioni: ma niente shopping nel weekend

Per le riaperture di lunedì 26 basterà il certificato di aver effettuato il vaccino o quello che attesti la negatività di un test rapido o molecolare. Nei progetti di palazzo Chigi c'è di mettere infatti su campo un sistema che permetta la libera circolazione tra regioni in totale sicurezza, ma non esistono dettagli

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

ROMA – Niente shopping nel week end fino al 15 maggio. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legge, sparisce infatti la riapertura dei centri commerciali, i parchi commerciali e le strutture analoghe, nei fine settimana, diversamente da quanto anticipato da alcune bozze del decreto. Un fulmine a ciel sereno che scatena Alberto Frausin, presidente Federdistribuzione. “Alla luce di questa decisione del tutto inattesa che va a gravare ulteriormente su un settore fortemente compromesso da chiusure straordinarie che si protraggono da oltre un anno, le Associazioni del Commercio chiedono un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Mario Draghi, per conoscere le motivazioni a supporto di questa scelta”.

La protesta di Salvini

“Un vero e proprio blitz”, lo definisce Matteo Salvini. Che ancora una volta si fa portavoce, come membro del governo, delle ‘insofferenze’ nei confronti di un provvedimento “poco coraggioso”. “Ennesimo schiaffo al buonsenso, al lavoro, alla libertà, agli accordi”, tuona il leghista. Per poi tornare a insistere sul mancato slittamento del coprifuoco dalle 22 alle 23, permettendo invece di “ammassare più studenti sui mezzi pubblici e per punire il commercio. Così non va”. Stessa linea per Giorgia Meloni, che dall’opposizione, invece, definisce “incomprensibile e punitiva” la decisione del governo. Fratelli d’Italia, annuncia la presidente, chiede quindi “di correggere oggi stesso questa assurdità, che rischia di dare il colpo di grazia ad un comparto già in grande sofferenza e mettere a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro”.

Il dl Riaperture

È non è l’unico giallo del dl Riaperture. Sempre nella bozza del provvedimento si annunciava la riapertura degli stabilimenti balneari il 15 maggio in zona gialla, anche questa sparita nella pubblicazione in Gazzetta. A frenare la polemica ci pensa il ministro leghista del Turismo Massimo Garavaglia: “Non esistono limitazioni per l’accesso alle spiagge. Per questo motivo l’ultimo decreto del governo non contiene una data di riapertura delle spiagge in quanto non esiste una legge che le chiuda. Per farla semplice, le spiagge sono aperte. Di conseguenza, gli operatori si possono attivare gli impianti”.

Le certificazioni verdi

E le grane non finiscono qui. Il garante della privacy infatti boccia ‘le certificazioni verdi’ in quanto presentano “criticità tali da inficiare, se non opportunamente modificata, la validità e il funzionamento del sistema previsto per la riapertura degli spostamenti durante la pandemia”. L’Autorità ritiene infatti necessario “un intervento urgente a tutela dei diritti e delle libertà delle persone”. Un “avvertimento formale” inviato a tutti i ministeri e al presidente del Consiglio Mario Draghi per le valutazioni di competenza. Secondo il garante inoltre il decreto è “in contrasto con quanto previsto dal Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali”. E non “definisce con precisione le finalità per il trattamento dei dati sulla salute degli italiani, lasciando spazio a molteplici e imprevedibili utilizzi futuri. In potenziale disallineamento anche con analoghe iniziative europee”.

Le riaperture del 26 aprile

Un problema da risolvere per l’esecutivo, ma non nell’immediato. Per le riaperture di lunedì 26 basterà il certificato di aver effettuato il vaccino o quello che attesti la negatività di un test rapido o molecolare. Nei progetti di palazzo Chigi c’è di mettere infatti su campo un sistema che permetta la libera circolazione tra regioni in totale sicurezza. Ma non esistono dettagli. Per il ministro della Salute, Roberto Speranza “il green pass sarà uno strumento importante per tornare a spostarsi in sicurezza”, auspicandone condivisione e realizzazione a livello europeo. È proprio al progetto UE che guarda il governo italiano, un progetto che dia linee guida e indicazione, che poi saranno recepite anche per il certificato verde nostrano.

Le misure anti-contagio

Intanto è partito il conto alla rovescia per il primo lunedì di ‘riaperture’ dopo la stretta decisa dal governo Draghi per contenere i contagi da Covid-19. Il 26 aprile la penisola tornerà a tingersi di giallo con 13 regioni in fascia a basso rischio, 5 in arancione e la sola Sardegna in rosso. Con un Rt nazionale ancora in lieve diminuzione (0,81%), buon viatico per un allentamento delle misure. Apertura di bar e ristoranti a pranzo a cena, ma solo per consumazione all’aperto, e ritorno in classe degli alunni delle superiori fino al 70 percento in presenza – salvo deroghe per i territori in difficoltà per raggiungere la soglia – e sblocco degli spostamenti tra regioni di colori diverse, ma muniti di certificazione.

(LaPresse/di Donatella Di Nitto)

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